Fumata nera in Conferenza delle Regioni all’intesa con il Governo da approvare in Stato Regioni sui tagli della Stabilità 2016. La rabbia del Veneto. “È dovuto al ricorso che Regioni a statuto speciale come la Sicilia hanno fatto alla Corte Costituzionale sulla Legge di stabilità e la sentenza è attesa per il prossimo settembre”. Ancora nulla di fatto in Conferenza delle Regioni sull’intesa da sottoscrivere in Conferenza Stato-Regioni per i tagli della Legge di Stabilità 2016. Un nuovo rinvio che ha nuovamente scatenato l’ira della Regione Veneto. “Oggi è emerso per l’ennesima volta come le politiche di tagli indiscriminati del governo costringano le Regioni ad una guerra tra poveri. L’unica strada a questo punto è quella, intrapresa dal Veneto, della richiesta di una maggiore autonomia per far sì che le tasse pagate dai cittadini rimangano sul territorio”. A dirlo è il vicepresidente della Regione del Veneto Gianluca Forcolin.
“Oggi – ha detto – la Conferenza delle Regioni ha deciso di non decidere, rinviando ancora l’approvazione dell’intesa e accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano sui tagli alla finanza pubblica previsti dalla Legge di stabilità 2016”.
Questo per Forcolin “è dovuto al ricorso che Regioni a statuto speciale come la Sicilia hanno fatto alla Corte Costituzionale sulla Legge di stabilità e la sentenza è attesa per il prossimo settembre. La Legge di stabilità 2016 (ai sensi dell’articolo 1, commi 680, 682 e 683) prevede infatti tagli a carico delle Regioni e Province autonome per il risanamento della finanza pubblica, stabilendo anche la possibilità di andare a rideterminare i livelli di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale. Ma una clausola dispone che – decorso il termine del 15 marzo 2016, nel caso in cui le Regioni non abbiano concordato questa quota e, per quanto riguarda le autonomie speciali, la stipula di singole intese con il Governo – il livello del Fondo Sanitario Nazionale venga ridotto al fine di assicurare comunque gli effetti positivi per la finanza pubblica previsti dalla normativa”.
“Siccome però – conclude – per la Regione Trentino –Alto Adige e le Province autonome di Trento e Bolzano l’applicazione della Legge di stabilità avviene nel rispetto di accordi specifici con il Governo, tali enti non devono concorrere al taglio automatico del FSN. La Sicilia, altra Regione a statuto speciale, ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale sulla legge di stabilità per il 2016–2018 per avere lo stesso trattamento. In assenza quindi di un’intesa da parte della Conferenza delle Regioni, il taglio finirebbe per gravare sulle Regioni a statuto ordinario”.
Veneto. Coletto: “Costi standard devono valere per tutti, non si possono esentare Regioni autonome”
Lo ha detto l’assessore alla Sanità alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, si discute tra l’altro dei fondi per la sanità nel triennio 2016-2018. “L’opposizione a farsi carico della loro parte in funzione della loro specialità è un problema, perché, qualora passasse, andrebbe anche a incidere sull’equità dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, qualora in buona parte d’Italia si dovessero sopportare tagli e in altre no”.
– “Credo si tratti di semplice buon senso: se sacrifici vanno fatti sui fondi nazionali per la sanità, questi devono essere per tutti, senza alcuna neutralizzazione, devono basarsi esclusivamente sui costi standard e devono rispettare l’articolo 32 della Costituzione che sancisce l’universalità delle cure in questo Paese”. Lo dice l’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Luca Coletto, oggi a Roma dove, alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, si discute tra l’altro dei fondi per la sanità nel triennio 2016-2018.
“L’opposizione delle Regioni e Province a Statuto Speciale a farsi carico della loro parte in funzione della loro specialità – dice l’esponente di Palazzo Balbi – è un problema, perché, qualora passasse, andrebbe anche a incidere sull’equità dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, qualora in buona parte d’Italia si dovessero sopportare tagli e in altre no”.
“Sia ben chiaro – conclude l’Assessore Veneto – che ciò non significa in alcun modo togliere qualcosa di dovuto alle Specialità, ma rendere equa la gestione sanitaria in tutto il Paese. Se no, diano al Veneto l’Autonomia per la quale il nostro Presidente ha avviato le procedure costituzionali il 17 marzo e il Veneto saprà arrangiarsi senza chiedere niente a nessuno utilizzando i circa 20 miliardi di residuo fiscale attivo che ogni anno lasciamo a Roma”.
31 marzo 2016