Negli uffici della giunta regionale, fra segreterie e direzioni, in questo periodo c’è un gran fermento. Sarebbe eccessivo dire che non si parla d’altro, ma resta il fatto che la scadenza, in contemporanea, dei mandati triennali di una settantina di dirigenti che guidano la macchina amministrativo-organizzativa di palazzo Balbi tiene le strutture con il fiato sospeso.
In realtà, dopo le conferme arrivate lo scorso anno, proprio di questi tempi, per Domenico Mantoan (segretraio regionale della Sanità), Tiziano Baggio (segretario della Programmazione) e Mario Caramel (segretario della giunta), nella delibera del 30 dicembre prossimo è attesa una conferma per la maggioranza degli interessati. Le eccezioni, ovviamente, non mancheranno. E significativo, in questo senso, potrebbe essere l’esito del consiglio di amministrazione di Veneto Strade in programma oggi. Il Cda della società controllata dalla Regione Veneto (30%), e che vede nel suo capitale anche le sette amministrazioni provinciali venete e quattro cocessionarie autostradali, è chiamato a deliberare una profonda revisione del suo assetto organizzativo. Si parla, in generale, di razionalizzazione, con una riduzione delle direzioni e del numero dei consiglieri (oggi sono dodici) ma anche dell’eliminazione della figura dell’amministratore delegato. Un ruolo che è ricoperto da Silvano Vernizzi, storico manager delle infrastrutture venete, che solo il prossimo anno vedrà questo mandato in scadenza. Perché cancellare dall’organigramma di Veneto Strade la casella dell’amministratore delegato a un anno dal termine naturale del suo incarico? La risposta andrebbe rintracciata nel fatto che Vernizzi è nel lotto dei dirigenti della giunta regionale in scadenza a fine anno. L’ingegnere rodigino è a capo della segreteria regionale per le Infrastrutture e non è escluso che il governatore Luca Zaia possa aver pensato di favorire il ricambio al vertice di una segreteria strategica. Non a caso, secondo quello che dovrebbe essere il testo della delibera che oggi approderà (salvo sorprese) sul tavolo del Cda di Veneto Strade, per Vernizzi ci sarebbe un nuovo ruolo da direttore generale della società controllata dalla Regione con l’attuale direttore, Giuseppe Franco, in lizza per il ruolo di vice. La scadenza anticipata del suo mandato da a.d., quindi, sarebbe bilanciata da un incarico quinquennale come direttore generale. Magari in vista di un possibile mancato rinnovo come segretario regionale. Recentemente, per altro, la Regione aveva chiesto un parere legale all’avvocato e docente Bruno Barel su possibili incompatibilità tra gli incarichi ricoperti da Vernizzi. Il parere aveva escluso questa eventualità ma già allora l’eurodeputato Andrea Zanoni aveva richiamato l’attenzione del governatore veneto «sull’articolo 11 della legge anticorruzione varata dal governo Monti sull’incompatibilità tra incarichi amministrativi di vertice e cariche di componenti degli organi di indirizzo nelle amministrazioni statali, regionali e locali». È possibile che, assumendo il ruolo di direttore generale di una società controllata dalla Regione, la valutazione sulle possibili incompatibilità con la carica di segretario regionale per le Infrastrutture possa cambiare? Difficile addentrarsi in un ragionamenti simile, vista la delicatezza del tema, ma non sono pochi quelli che vedono in bilico una sua riconferma in Regione. Oggi toccherà al presidente di Veneto Strade, Roberto Turri (sindaco del Comune veronese di Roncà, descritto come un “tosiano di ferro”) convincere i consiglieri di amministrazione sulla bontà dell’operazione.
Il Mattino di Padova – 20 dicembre 2013