Da oggi il Veneto ha un nuovo dg della Sanità, Massimo Annicchiarico, strappato da Palazzo Balbi al Lazio. Ieri, a sorpresa, la presentazione ufficiale. E Annicchiarico ha delineato le priorità del suo incarico: liste d’attesa, capacità attrattiva del Sistema sanitario regionale soprattutto per gli specialisti più ricercati, dagli anestesisti ai medici dell’urgenza-emergenza. Infine, non per importanza, medicina territoriale e uno stop perentorio all’uso delle cooperative per coprire i buchi d’organico in ospedale.
Era presente anche il suo predecessore, Luciano Flor che, nel passare il testimone, ha rinnovato la propria disponibilità. Annicchiarico, che ha già incontrato i dg delle aziende sanitarie, punta a «mantenere il livello di avanguardia della sanità veneta fino a farlo diventare un punto di riferimento internazionale». Sulle liste d’attesa non promette la luna: «Non esistono ricette per abbatterle, se ci fossero, sarebbero vendute come il pane. È però un tema che può essere gestito con buoni risultati per i cittadini. Non è solo un discorso di risorse ma di organizzazione del lavoro». Impossibile evitare il nodo della carenza di medici: «È un problema di programmazione e in via di superamento. Diverso il discorso per le specializzazioni. A fronte di discipline fin troppo affollate, per Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Anestesia e Medicina d’urgenza la Regione prevede interventi mirati in grado di incrementare l’attrattività del sistema pubblico. Ci sono tutte le premesse perché gli specialisti scelgano il sistema sanitario del Veneto — ha aggiunto Annicchiarico —. Tutto ciò passa pure attraverso una serie di valutazioni tecniche con le altre Regioni, anche nel rispetto dell’autonomia. È un tema normativo».
Duro su medici a gettone e cooperative: «Le cooperative sono una distorsione del sistema, da riposizionare su una stabilità del personale dipendente, che abbia la consapevolezza delle proprie responsabilità. Non si possono assumere se si lavora con le modalità delle coop. Si deve restare nell’alveo dei rapporti di lavoro che il contratto collettivo ci offre». La sanità veneta, infine, secondo il dg si regge pure sulla medicina territoriale, «complementare a quella, sempre di alta qualità e alta professionalità, dei grandi centri di ricerca, dove vengono curate le patologie acute e complesse».
E proprio il territorio potrebbe rappresentare il primo grattacapo per Annicchiarico, perché i medici di famiglia hanno proclamato lo stato di agitazione. Le prime a prendere posizione, il 27 febbraio, sono state le sigle di categoria Smi e Snami, che annunciano 48 ore di sciopero nella settimana del 20 marzo e la chiusura degli ambulatori per tutta quella successiva. Oggi dovrebbe annunciare lo stato di agitazione anche la Fimmg, che ieri ha tentato un ennesimo confronto con l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, affiancata dai tecnici Claudio Pilerci, direttore della programmazione sanitaria, e Antonio Maritati. Ma è andata male. Tre i temi caldi sul tavolo: la mancata convocazione della delegazione trattante e del nuovo Comitato regionale per la presentazione dell’integrativo relativo all’accordo quadro nazionale, quindi soldi; la mancata illustrazione della riorganizzazione territoriale predisposta dalla Regione in base alle direttive nazionali, che prevede l’attivazione delle Case di Comunità e una sorta di para-dipendenza dei medici di base, sempre liberi professionisti in convenzione ma tenuti a rispondere a direttori e manager dei Distretti; l’assenza dell’annunciato tavolo per la definizione delle tecniche di informatizzazione, che faciliterebbe il lavoro dei medici di famiglia, oberati dalla burocrazia, e farebbe dialogare meglio ospedali e territorio. «L’assessore Lanzarin ha perso un’occasione — commenta Giampietro Stefani, segretario della Fimmg Vicenza, presente al vertice di ieri — le abbiamo proposto di partire con un confronto concreto sul nuovo modello delle cure primarie, ma non ha voluto esporlo. E sull’integrativo ha preso tempo». «Ci stiamo lavorando — replica Lanzarin — ma prima di convocare i tavoli ed esporre il piano, dev’essere adeguatamente informato su tutto il dottor Annicchiarico».