Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, con proprio decreto, ha assegnato oggi formalmente all’Assessore Manuela Lanzarin la delega alla Sanità, lasciata da Luca Coletto il 17 dicembre 2018 a seguito della sua nomina a Sottosegretario di Stato alla Salute. Il VIDEO dell’intervista al nuovo assessore alla Sanità
Il Governatore ha dato la notizia nel corso di uno degli incontri periodici con il direttori generali per fare il punto sui principali temi della sanità regionale.
La Lanzarin, vicentina, classe 1971, con un’ampia esperienza amministrativa e parlamentare, mantiene anche le deleghe ricevute nel 2015, all’atto della nascita della seconda Giunta Zaia, e in particolare quella ai Servizi Sociali.
Nel dettaglio, questo sono le deleghe complessive assegnate all’Assessore Lanzarin:
Sanità-Servizi Sociali-Programmazione Socio Sanitaria-Attuazione del programma-Rapporti con il Consiglio regionale.
Programmazione Sanitaria e Socio Sanitaria, Tutela della Salute, Programmazione Edilizia a finalità Collettive, Igiene Pubblica, Attuazione art. 20 edilizia sanitaria, Sicurezza Alimentare, Servizi Veterinari, Programmazione e Servizi Sociali, Interventi a favore della Famiglia, dei minori, dei giovani, degli anziani e portatori di handicap, Non Autosufficienza, Nidi e Servizi innovativi, No Profit e Volontariato, Rapporti con istituzioni di Assistenza, Flussi Migratori e Veneti nel Mondo, Diritti Umani, Minoranze Linguistiche, Edilizia di Culto, Edilizia Residenziale Pubblica, Attuazione Programma, Rapporti con il Consiglio regionale.
Lanzarin raddoppia: il piano, le priorità e le sfide
C’è voluto un mese e mezzo per mettere d’accordo le diverse anime «territoriali» della Lega, soprattutto quella veronese che tifava Alessandro Montagnoli, avendo «perso» Luca Coletto, il 17 dicembre scorso nominato sottosegretario alla Salute. Ma alla fine il governatore Luca Zaia ha piazzato l’«uno-due» annunciato: ha sostituito lo stesso Coletto senza riportare a dieci il numero di assessori in giunta e ne ha affidato la delega alla Sanità, che assorbe due terzi del bilancio, alla «grande lavoratrice che dà sempre il massimo di sè e sa ascoltare il territorio» (per dirla con le parole del presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti) Manuela Lanzarin. Dal 2015 già responsabile del Sociale, dal 2008 al 2013 è stata eletta alla Camera e prima ancora, dal 2002 al 2012, ha indossato la fascia di sindaco di Rosà, la sua città natale. Ieri è stata «incoronata» dal governatore durante un vertice con i direttori generali delle aziende sanitarie e tra i primi a stringerle la mano lo stesso Montagnoli.
Ma pure l’opposizione ci tiene a darle la propria «benedizione», con Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia (Pd): «Finalmente Zaia ha ammansito i pretendenti e ha ufficializzato il successore di Coletto. Buon lavoro a Manuela Lanzarin: gestire un assessorato da 9 miliardi sarà un impegno rilevante, a lei il compito di trovare il giusto equilibrio». E già che ci sono piazzano la prima istanza: «Chiediamo che come punto iniziale del nuovo mandato, ci sia la riforma della non autosufficienza».
«E’ una grande opportunità — ammette Manuela Lanzarin — negli ultimi trent’anni non è mai successo che le due deleghe fossero accentrate in un unico assessore. Sono grata al presidente per la fiducia e per un impegno che mi carica anche di molta responsabilità. La sfida è importante e nello stesso tempo stimolante. Il confine tra Sociale e Sanità è labile, poter coordinare entrambi gli ambiti consente una visione di insieme utile a rispondere ai bisogni concreti della popolazione e a portare avanti la famosa integrazione di cui il Veneto è sempre stato apripista in tutta la programmazione».
Lei in materia di Sociale ha portato a casa molto: ha incrementato il fondo per la non autosufficienza, finanziato interventi contro la povertà, a sostegno dei minori e dei Centri antiviolenza, ha potenziato la rete dei consultori e varato il Piano per l’invecchiamento attivo, per citare qualche esempio. Come intende debuttare in sanità?
«La Regione in questa legislatura ha messo in moto riforme epocali, come la riduzione delle Usl da 21 a 9, la creazione dell’Azienda Zero, l’approvazione del Piano sociosanitario. Ora le sfide future sono l’attuazione dello stesso piano, la concretizzazione della nuova assistenza territoriale e la sua relazione con la rete ospedaliera, i temi della cronicità, dell’invecchiamento della popolazione, della non autosufficienza. Il primo provvedimento è dunque la prosecuzione del Piano sociosanitario e l’approvazione delle schede ospedaliere. Il piano è contenuti e programmi,le schede sono i numeri (reparti, letti, primariati, ndr )».
Quando pensate di approvare le schede ospedaliere?
«Sono in fase di lavorazione e credo che nel giro di due mesi saranno licenziate».
La sua nomina assume un significato doppiamente importante in un momento non facile per le donne. Al centro di una violenza incontrollata e anche di una grande fatica a raggiungere posizioni di vertice sul lavoro.
«Non sono mai stata una sostenitrice delle quote rosa, secondo me contano l’impegno, le capacità e il lavoro, ma è vero: scegliendo me il governatore lancia un messaggio importante, la valorizzazione delle donne».
L’opposizione le chiede due riforme strategiche di Ipab e non autosufficienza. Sono in agenda?
«Sì, la riforma delle Ipab, circa 350 tra pubbliche e private, è uno degli obiettivi del 2019, c’è già un gruppo di lavoro all’opera. Stiamo compiendo una ricognizione complessiva. E anche sulla non autosufficienza siamo operativi, ma con una visione complessiva che comprende la disabilità e il dopo di noi».