di Alda Vanzan. Il testo è pronto: otto pagine e sei articoli per dettagliare tutte le spese che i gruppi consiliari della Regione Veneto possono effettuare. Spese che saranno autorizzate per legge. E che, dunque, non potranno essere contestate dalla Corte dei conti. Perché il punto è che a Palazzo Ferro Fini, dopo che la Sezione di Controllo della Corte dei conti ha contestato tutte le rendicontazioni dei gruppi relativi al 2012, l’intera attività è stata di fatto bloccata. Convegni? Zero. Manifesti? Figuriamoci. Consulenze? Manco mezza. Tutto fermo perché si teme che i magistrati contestino anche le spese del 2013. Con una differenza: che le sanzioni del 2012 sono state cancellate, mentre per il 2013 le eventuali sanzioni ci saranno. Ergo, in consiglio regionale del Veneto si è deciso di fare una leggina che “integri”, “interpreti” e “modifichi” la normativa esistente.
Così da chiarire cosa possono e cosa non possono fare i gruppi con i fondi che ogni mese ottengono dalle casse del Ferro Fini.
Che sono complessivamente 542.860 euro in un anno. Con un dettaglio rilevante però: se una spesa viene contestata dalla Corte dei conti (perché non attinente o perché priva di pezze giustificative), non solo il gruppo deve restituire la somma, ma si vedrà anche sospendere l’erogazione di tutti i fondiprevisti per l’anno in corso. Ed è qui che i gruppi hanno puntato i piedi: la proposta di legge esclude il blocco totale dei finanziamenti e, come già evidenziato nei ricorsi presentati al Tar per le contestazioni relative al 2012, introduce il criterio della “proporzionalità”.
Ma andiamo con ordine. La proposta di legge è stata firmata da tutti i capigruppo consiliari: Caner, Bond, Tiozzo, Bottacin, Valdegamberi, Pipitone, Bortolussi, Foggiato, Pettenò, Peraro. E siccome la volontà è di approvare il testo al più presto e quindi di portarlo subito all’esame della commissione e poi dell’aula, il consiglio regionale già convocato per la settimana prossima è slittato al 29, 30 e 31 ottobre. In quella sessione la leggina potrebbe essere approvata.
Cosa dice il testo?
Primo: si dà più tempo, di fatto una settimana in più, ai gruppi consiliari per presentare il rendiconto: non più 50, ma 55 giorni.
Secondo: si specifica che la nuova nornativa decorre dal 2013 (giusto per sottolineare che non esistono sanzioni per il 2012) e si fa chiarezza sui co.co.pro. Qui il combinato disposto tra la legge Fornero e l’attuale legge regionale che parlava di consulenza solo di “esperti” aveva portato la Corte dei conti acontestare quasi tutte le collaborazioni effettate dai gruppi. La modifica è sostanziale perché adesso si parla di incarichi di collaborazione con “carattere fiduciario”. Per dire: se un gruppo deve creare un database non ha bisogno di un tecnico della Nasa, ma di una persona di fiducia visto che deve maneggiare numeri telefonici e indirizzi mail.
Terzo: viene chiarito che è l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale (e non altri, men che meno la Corte dei conti) a stabilire quali sono le spese inerenti alle attività istituzionali dei gruppi. E le spese vengono comunque dettagliate, in modo che siano chiare e fissate dalla legge. Nell’elenco c’è tutto: dai manifesti ai seminari, dagli sms alle ricerche.
Sono consentite spese per la promozione e la divulgazione delle attività e delle iniziative della Regione, del gruppo e dei singoli consiglieri, ma anche degli enti e delle spa regionali. Sono contemplate le “spese di ospitalità” e siccome per queste spese il decreto legge 174/2012 parlava solo di “autorità” e “personalità”, vengono specificate le personalità. Ossia: “rappresentanti di enti, associazioni, comitati e movimenti a rilevanza sociale, culturale e sportiva o di personalità negli stessi settori”. In pratica, l’universo mondo. I gruppi, poi, possono comprare giornali e riviste (a qualcuno erano state contestate). E viene chiarito che le “missioni dei collaboratori e dei dipendenti” sono spesate.
Ancora: i fondi degli esercizi precedenti al 2013 che non sono stati spesi, possono essere usati indifferentemente per il personale e per altre attività. Vengono ritenute ammissibili le spese derivanti da contratti di collaborazione o di consulenza stipulati prima dell’entrata in vigore del decreto legge 174/2012: il rischio era di lasciare a casa i contrattisti. Da ultimo, come ha fatto la Lombardia, viene specificato che la responsabilità è dei capigruppo che hanno firmato il rendiconto (quindi se ci sono cambi di capigruppo non risponde quello nuovo) e viene introdotto il principio della rateizzazione per le somme contestate da restituire e il principio della proporzionalità per le sanzioni. E qui bisognerà vedere cosa farà il Governo: accetterà o impugnerà la legge?
Il Gazzettino – 18 ottobre 2012