Vent’anni fa potevano bastare il tatuaggio di riconoscimento, la profilassi, il recupero dei randagi e i rifugi. Ma adesso cani e gatti, oltre che piccoli roditori e volatili vari, meritano molto di più: per esempio accesso libero a spiagge, parchi, ospedali e case di riposo, cimiteri dedicati e possibilmente pubblici, Pronto soccorso veterinario, cibo avanzato da mense e supermercati. Per questo Lega Nord e Zaia Presidente hanno deciso di presentare in consiglio regionale un progetto per una legge-quadro sulla «Tutela degli animali d’affezione in prevenzione dei maltrattamenti, dell’abbandono e del randagismo», destinata a rimpiazzare la disciplina risalente al 1993. Un testo ambizioso, fin dalla citazione contenuta nella relazione introduttiva, nel richiamare Gandhi: «La civiltà di un popolo si misura anche dal modo in cui tratta i suoi animali». Così il leghista Montagnoli e lo zaiano Gabriele Michieletto, primo e secondo firmatario della proposta, hanno voluto innanzi tutto dare identità e dignità giuridica ai destinatari del provvedimento.
«Per animali d’affezione d’intendono quelli che stabilmente od occasionalmente convivono con l’uomo, mantenuti per compagnia e che possono svolgere attività utili all’uomo», anche se «vivono in libertà, tanto in contesti urbani che extraurbani», cioè praticamente tutti gli esemplari, ad eccezione di quelli «selvatici ed esotici».
Il progetto di legge istituisce la banca dati regionale dell’anagrafe canina e felina all’interno del Centro regionale di epidemiologia veterinaria, con microchip obbligatorio per i cani e facoltativo per gatti e furetti, e l’albo regionale delle associazioni per la protezione degli animali in capo alla giunta regionale. Fra i 29 articoli c’è spazio per chiarire i compiti delle aziende sanitarie, dall’accalappiamento dei cani vaganti alla sterilizzazione dei gatti liberi, nonché le funzioni dei Comuni, fra cui la garanzia della degenza per le bestiole ferite e soccorse.
Puntuali nella descrizione, così come nell’indicazione delle relative sanzioni (da 50 a 30.000 euro), sono poi gli obblighi che ricadono sui proprietari, chiamati fra l’altro ad assicurare ai loro amici a quattro o due zampe «cibo ed acqua in quantità sufficiente e con periodicità adeguata», le giuste «possibilità di movimento», un opportuno equilibrio comportamentale e psicologico «evitando situazioni che possono costituire fonte di paura e angoscia», rimarcando che è vietato uccidere, maltrattare, abbandonare e impiegare gli animali in combattimenti o utilizzarli come premi per giochi e sagre (saranno invece ammessi i palii).
L’intenzione dei promotori è di moltiplicare i cimiteri comunali, finora non più di una manciata in Veneto, dove seppellire i resti o custodire le ceneri delle bestiole. Auspicio forse scaramantico, visto che l’augurio in realtà è di una lunga vita accanto ai loro padroni, grazie anche alla possibilità di far loro compagnia pure al nosocomio o all’ospizio, oltre che nei giardini e sulla battigia. Al proposito l’unica previsione di spesa, pari a 30.000 euro, riguarda le «iniziative di comunicazione e di informazione» ai turisti italiani e stranieri sui servizi di ospitalità offerti nelle spiagge.
IL Corriere del Veneto – 30 giugno 2016