Corriere del Veneto. Una manovra da 16 miliardi varata, sottolinea orgoglioso il presidente della Regione, Luca Zaia, in pieno agosto. In anticipo su quanto previsto. Un modo, tiene a precisare l’assessore regionale al Bilancio, Francesco Calzavara, «per consentire un ampio dibattito in consiglio regionale, da metà settembre in poi, per arrivare al voto in aula nella prima decade di novembre». A differenza di quanto accaduto lo scorso anno «causa elezioni» dice Calzavara. La giunta regionale di ieri, però, non ha dato il via libera solo al bilancio del prossimo triennio ma anche ai 300 milioni che mancano per il nuovo ospedale di Padova Est. Ora c’è anche la formula finanziaria vidimata da una delibera di giunta. E la conferma della tempistica: «Cantieri entro fine 2023», ribadisce il presidente della Regione Luca Zaia. E non oltre. Perché a Palazzo Balbi non è un segreto che l’obiettivo da perseguire con tenacia è l’inserimento dell’opera fra i progetti finanziati dal Pnrr.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sembra fatto a pennello per annoverare quello che Zaia definisce un «ospedale come non se ne sono ancora visti, non solo in Italia». Un ospedale in cui di sole attrezzature, intelligenza artificiale inclusa, si spenderanno oltre 108 milioni di euro, i restanti 481 saranno usati per l’infrastruttura. I fondi straordinari stanziati dall’Europa privilegiano progetti legati alla sanità e in Regione c’è la convinzione che il nuovo policlinico universitario con la tradizione accademica e medica del capoluogo patavino sia un ottimo candidato. Però si deve far presto perché nell’assalto alla dirigenza romana per la spartizione dei miliardi europei le chance migliori appartengono alle opere cantierabili a stretto giro. Nel 2026 i progetti dovranno essere già in fase di esecuzione. Ecco, allora, la delibera di giunta che decide il finanziamento di 300 milioni di euro tramite indebitamento, che andranno ad aggiungersi ai 290 già accantonati. La definisce «una delibera storica» l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin. Addio all’ipotesi di un ospedale di proprietà Inail e anche alla formula della joint venture pubblico-privata. L’ospedale se lo pagherà la Regione. Con una gara che partirà a gennaio 2022 per concludersi a settembre. «Pensiamo alla Bei (Banca europea per gli investimenti ndr ) – spiega Zaia – ma vincerà chi fa l’offerta migliore per finanziare l’opera». Fin qui l’ufficialità ma la diplomazia politica è già al lavoro per l’inserimento del progetto fra quelli finanziabili, anzi, di punta, del Pnrr. Il tempo stringe, si diceva. E se, da un lato, la Regione ha scelto la via della massima trasparenza affidando l’aggiudicazione, entro l’anno, delle 8 proposte progettuali presentate entro il 5 luglio, all’Anac, dall’altra bisogna correre. Ecco perché Zaia ha ribadito la necessità di un commissario: «Ci vorranno 8 anni di lavori, che poi diventano dieci. Con un commissario possiamo dimezzare i tempi». Tutto si giocherà sulla possibilità di dimostrare, ma l’appiglio normativo ancora manca, che la sanità post pandemia diventa se non un’emergenza, almeno una priorità stringente.
Venendo al bilancio di previsione per il 2022, si parla di 16 miliardi. «In meno di due mesi dalla parifica del rendiconto 2020, – dice Zaia – in pieno agosto, abbiamo approvato il bilancio di previsione per il prossimo triennio, in largo anticipo. Le voci di bilancio tengono conto dell’impatto dei fondi legati al Pnrr». Calzavara conferma che anche per il prossimo anno non ci sarà l’Irpef regionale: «Per il dodicesimo anno consecutivo la Regione non chiederà l’Irpef, pari a un miliardo e 180 milioni di possibili incrementi fiscali regionali. Oltre ai 9,7 miliardi per la sanità, ci sono circa 2,9 miliardi per partite di giro, circa 1,3 miliardi per partite vincolate e 1,2 miliardi derivanti da assegnazioni statali e comunitarie. Per la politica regionale viene riservata una quota pari a 1 miliardo e 300 milioni. Fra le novità, l’aumento di 10 milioni di cofinanziamento regionale sui fondi europei che passa dai 65 milioni annui degli ultimi 5 anni a 75 milioni per il prossimo triennio. 85 agli impianti sportivi per le Olimpiadi invernali del 2026 e 23,8 milioni annui fino al 2023 per le infrastrutture viarie che si aggiungono ai 5 per i viadotti. Restano i 31 milioni alle scuola paritarie. Più fondi all’Esu ma anche alla formazione professionale.