Pelandroni o stakanovisti? A difendere i dirigenti della Regione Veneto ora è il vicepresidente di Palazzo Balbi, nonché assessore al Personale, Gianluca Forcolin. Che, in soldoni, dice che i dirigenti regionali sono bravi, che è anche grazie a loro se la Regione eccelle e che se qualcuno non fa il proprio dovere non bisogna sparare nel mucchio. Ma Forcolin va anche oltre, lanciando la proposta di un tavolo con i sindacati. A innescare la bufera è stata una circolare del segretario generale alla Programmazione, Ilaria Bramezza, che ha richiamato i dirigenti all’ordine: si lavora almeno 36 ore alla settimana, in ufficio si arriva entro le 9, non si va a casa prima delle 16,45, il cartellino va timbrato sempre, eventuali ingressi ritardati o uscite anticipati vanno comunicati e documentati. Non solo: la Lady di Ferro ha pure fatto presente che da verifiche già compiute sono emerse irregolarità «non circoscritte a casi fisiologici e del tutto isolati». Apriti cielo, i sindacati sono insorti. Ha attaccato Vittorio Panciera della Fedir-Direv, ha rincarato Daniele Giordano della Cgil. E ieri è arrivata la presa di posizione del segretario regionale della Cisl Fp, Marj Pallaro: «Se all’interno dell’amministrazione regionale sussistono situazioni così estese e rilevanti di inosservanza dei doveri della dirigenza scrive Pallaro – non si comprende perché non si intervenga con gli strumenti resi disponibili da leggi, codici di comportamento e contratti di lavoro. E quantomeno singolare che la Regione del Veneto, della quale costantemente il suo presidente esalta la “virtuosità” finanziaria ed amministrativa, sia poi dotata di una dirigenza così diffusamente e palesemente inadeguata».
Quanto al “danno di immagine al ruolo dirigenziale regionale” evocato nella circolare della Bramezza, per la Cisl è «diventato certamente reale, a seguito della pubblicazione sul Gazzettino dell’articolo dedicato alla circolare e alla “Lady di Ferro di Palazzo Balbi”». Ora a tentare di riportare serenità tra i dirigenti è il vicegovernatore. «La Regione del Veneto – dice Forcolin – ha dei dirigenti con un alto profilo professionale ed etico, ed i livelli raggiunti in molti settori della macchina regionale lo testimoniano. Siamo il modello invidiato da molte regioni e copiato da altre. Come in qualsiasi azienda vi sono dei profili di criticità per i quali la Regione Veneto ha sempre svolto e svolgerà un’attenta azione di monitoraggio. Buttare via il bambino con l’acqua sporca però non ci aiuta a crescere ed a migliorare quelle performance alle quali vogliamo arrivare con nuovi stimoli e nuova energia. I risultati migliori si raggiungono con una squadra che rema nella stessa direzione ed il concetto che deve rimanere bene in mente a tutti è che i veneti ci guardano e hanno molte aspettative, sta a noi non deluderli. In questa direzione propongo, come assessore al Personale, un tavolo, con la presenza anche delle organizzazioni sindacali per un confronto dialettico quanto mai opportuno».
Ma se a Palazzo Balbi i dirigenti si sono sentiti “pestati”, a Palazzo Ferro Fini è la “base” ad auspicare analoghi controlli sui dirigenti del consiglio e soprattutto dei gruppi. I quali, essendo di nomina politica, godono di ampia flessibilità.
Il Gazzettino – 7 luglio 2017