Settimana cruciale per i rapporti tra Veneto e Roma. Giovedì inizierà la trattativa fra Regione e governo sull’ autonomia, un appuntamento a cui il governatore Luca Zaia e il sottosegretario Gianclaudio Bressa hanno detto di voler arrivare animati dai migliori propositi di lealtà e collaborazione, dopo le tensioni di questi mesi a proposito del referendum e della fiscalità. Invece martedì Palazzo Balbi e Palazzo Chigi saranno necessariamente l’ uno contro l’ altro: per quel giorno, infatti, alla Corte Costituzionale sono in calendario quattro ricorsi voluti dalla giunta nei confronti del consiglio dei ministri.
LE IMMUNIZZAZIONI Il duello più atteso è indubbiamente quello riguardante i vaccini, attorno a cui sono in ballo due richieste venete per la dichiarazione di illegittimità costituzionale di altrettanti provvedimenti statali: il decreto Lorenzin-Fedeli del 7 giugno e la legge di conversione (di cui viene domandata anche la sospensiva) del 31 luglio. Nel mirino c’ è l’ obbligatorietà delle 10 immunizzazioni che ha condizionato l’ iscrizione ad asili nido e scuole materne e interessa, con modalità diverse, anche i ragazzi fino a 16 anni. Fra le consure che saranno sollevate dalla Regione, figurano la coercizione in assenza di emergenze, la compressione della libertà dei cittadini, l’ irragionevolezza e la sproporzione delle misure nel considerare il diritto alla salute del singolo e della collettività, il problema delle risorse aggiuntive quantificate in 13,9 milioni. Argomentazioni a cui prevedibilmente si assoceranno anche altri soggetti che hanno deciso di costituirsi con interventi adesivi alla causa: Aggregazione Veneta e Loris Palmerini, Associazione malati emotrasfusi e vaccinati, Codacons, Associazione italiana per i diritti del malato, Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino ed in particolare tre privati personalmente coinvolti, fra cui i genitori di un minore.
L’ ALTRA SFIDA Un’ altra sfida sarà quella attorno al decreto legislativo del 26 agosto 2016 contenente modifiche e integrazioni al Codice dell’ amministrazione digitale. Palazzo Balbi ritiene alcune disposizioni lesive della propria autonomia gestionale e organizzativa. Per esempio quella che impone alle Regioni di accettare i pagamenti attraverso i sistemi elettronici, o quella che consente all’ Agenzia per l’ Italia Digitale di indicare gli interventi di sviluppo e gestione dei sistemi informativi delle amministrazioni pubbliche, o quella che assegna i poteri sostitutivi al commissario straordinario per l’ attuazione dell’ agenda digitale.
LA PACE L’ unico campo in cui Regione e governo sigleranno subito la pace è quello delle società a partecipazione pubblica. La giunta aveva deliberato l’ impugnazione del decreto del 19 agosto 2016 che introduceva rilevanti limiti alla loro costituzione. Successivamente, però, il testo era stato vistosamente modificato, con correzioni che a Venezia sono state giudicate soddisfacenti, al punto da comportare dopodomani la formalizzazione della rinuncia al ricorso. (Angela Pederiva)
Il Gazzettino – 19 novembre 2017