IL MESSAGGERO. Il cantiere è ancora aperto e le riunioni operative andranno avanti per tutta la settimana. Ma per il reddito di cittadinanza, la misura più importante per il Movimento Cinque Stelle, iniziano a circolare alcune bozze che il Messaggero ha potuto visionare. Nel testo ci sono molte conferme, e una novità di rilievo. Accanto all’assegno di 780 euro previsto per le persone in povertà assoluta, e che sarà legato alla cosiddetta «prova dei mezzi», ossia alla necessità di dimostrare il proprio stato di bisogno, spunta, seppure in versione sperimentale, un «reddito base universale», garantito cioè a tutti, a prescindere dalla situazione del reddito familiare. Si tratta di un assegno di 500 euro al mese che verrebbe assegnato a tutti i giovani tra i 18 e i 26 anni, con diploma o laurea.
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Questo reddito incondizionato durerebbe per due anni. I giovani dovrebbero essere impegnati nella loro formazione. Una vecchia di Pasquale Tridico, il consulente principale di Luigi Di Maio, è quella di far iscrivere i giovani agli uffici di collocamento in modo da aumentare il tasso delle persone in cerca di occupazione e, dunque, il potenziale di crescita dell’economia, aumentando in questo modo anche gli spazi di flessibilità europea.
I REQUISITI
La bozza, poi, chiarisce molti dettagli sui requisiti necessari invece per accedere al Reddito. La proposta prevede un Isee di 9.360 euro che tiene conto anche della eventuale casa di proprietà. Non si potranno possedere immobili ulteriori rispetto alla prima casa, di valore superiore a 30 mila euro. Il beneficio individuale massimo sarà di 780 euro. Da questa cifra, in caso asi possieda un’abitazione, andrà scomputata una somma di 280 euro a titolo di «affitto figurativo». La proposta contiene anche una «scala di equivalenza» che determina gli importi del reddito a seconda dei componenti del nucleo familiare. Un solo componente, come detto, prenderebbe al massimo 780 euro, una famiglia con due componenti 936 euro, una con tre componenti 1.014 euro, una con quattro componenti 1.092 euro, fino a 1.170 euro per i nuclei familiari con cinque o più componenti. Il reddito andrà a tutti gli italiani e agli stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni. Le famiglie beneficiarie, secondo le simulazioni, sarebbero 2,267 milioni, e comprenderebbero 6,7 milioni di individui (comprese le pensioni di cittadinanza). Il beneficio medio sarebbe di 434 euro. Per una famiglia con tre componenti (dunque si ipotizza marito, moglie e un figlio), il beneficio medio calcolato sarebbe di 461 euro.
GLI IMPEGNI
Sarà previsto un «Sistema informativo unico», una banca dati per favorire l’incrocio della domanda e dell’offerta di lavoro che metterà insieme i database del Lavoro, dell’Università, delle Regioni, dei Comuni, dell’Anpal, dei Centri per l’impiego, dell’Inps, dell’Agenzia delle Entrate, delle Asl. Entro un mese verrà fornito un fascicolo personale elettronico. Chi riceve il sussidio dovrà recarsi tre volte al mese almeno presso il Centro per l’impiego, dovrà partecipare a corsi di formazione e dare la propria disponibilità a lavorare. Non potrà rifiutare più di tre offerte congrue. Le offerte ricevute nei primi dodici mesi dovranno essere entro i 50 chilometri dalla residenza, poi si salirà ad 80 chilometri. Chi trova lavoro avrà un bonus di due mensilità di Reddito. Chi invece spende meno del 70% dei soldi ricevuti con il sussidio riceverà un taglio del 4% all’assegno. Alle imprese con meno di 15 dipendenti che assumono un sussidiato, sarà cancellata l’Irap.