La spesa sanitaria pubblica è destinata a passare – in uno scenario demografico costante, cioè senza cambiamenti nel rapporto tra le varie fasce di età previsto per i prossimi anni – da un’incidenza del 7,1% sul Pil registrata nel 2011 (nel 2010 era 7,3%) al 6,9% nel 2015, 7% nel 2020, per poi aumentare gradualmente da quell’anno in poi dal 7,3% del 2025 fino all’8,4% del 2055 e del 2060.
La stima è della Ragioneria generale dello Stato che ha aggiornato al 2012 il suo rapporto sulle «Tendenze di medio e lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario».
La Rgs sottolinea anche che nel quadro generale europeo la spesa italiana è tra le più basse di quelle dei maggiori partner Ue ed è destinata non solo a mantenere la posizione, ma nonostante l’incremento graduale sul Pil, a scendere ancora rispetto agli altri paesi Ue 27 mantenendo la sua media di incidenza pressoché inalterata rispetto a un aumento dell’asticella media dal 7 all’8,5 per cento.
La stabilità della spesa è dovuta, secondo il rapporto Rgs, al fatto che l’effetto demografico complessivo presenta un’incidenza leggermente meno marcata sul rapporto spesa/Pil per quasi tutto il periodo di previsione, con una «sostanziale equivalenza» nell’ultimo decennio.
L’analisi della Rgs scompone anche l’attuale spesa sanitaria evidenziando oltre a quella dedicata all’assistenza vera e propria la spesa per i servizi amministrativi che avrebbe assorbito nel 2011 circa il 5,3% dei costi sostenuti dal Ssn. 5,3 miliardi in sostanza a cui si affiancano 750 milioni di contribuzioni varie e 1,24 miliardi di altre uscite che portano la spesa complessiva ai 112 miliardi.
Il rapporto indica variazioni nella spesa sanitaria in percentuale sul Pil in uno scenario di crescita costante demografica (pure ageing) in calo del -2,9% tra il 2020 e il 2010 e poi in aumento con un picco del 6,3% tra il 2040 e il 2030 e via via valori positivi, ma in diminuzione nei decenni successivi: 4,4% tra il 2050 e il 2040 e 0,9% tra il 2060 e il 2050.
Per quanto riguarda la Long term care, che comprende le prestazioni erogate ai non autosufficienti che per la loro condizione hanno necessità di assistenza continual’incidenza sul Pil nel 2011 è stata dello 0,85% che corrisponde al 12% della spesa sanitaria complessiva. I due terzi sono assorbiti dall’assistenza ad anziani e disabili e in base al consumo per età la più alta si concentra nella fascia degli ultrasessantacinquenni: a fronte dello 0,85% di incidenza totale questa categoria assorbe lo 0,50% del Pil.
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Il Sole 24 Ore Sanita – 27 giugno 2012