L’incontro doveva tenersi ieri, ma nei giorni scorsi era stato annullato. Ieri la nuova convocazione: i sindacati dei medici di base sono attesi in Regione, a Palazzo Balbi, martedì 5 dicembre. In Sala Pedenin incontreranno l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto. Sarà la volta buona per trovare un accordo? O sarà ancora un muro contro muro? In tal caso i pazienti si preparino a un nuovo sciopero con la chiusura degli ambulatori per tre giorni di fila: mercoledì 13, giovedì 14 e venerdì 15 dicembre. E siccome il 12 dicembre, martedì, sciopereranno i medici ospedalieri, sarà davvero da incrociare le dita e sperare di non avere bisogno di un dottore.
CONVOCAZIONE. I sindacati dei medici di base sono stati informati ieri della convocazione al Balbi per martedì. In realtà, oltre a una data e un’ora, si aspettavano qualcosa di più. «Almeno la delibera sul fascicolo elettronico», dice Salvatore Cauchi, del sindacato Snami. Quella del fascicolo elettronico è uno dei tanti punti della vertenza. I medici veneti contestano alla Regione la disapplicazione del Piano socio sanitario, il blocco delle Medicine di gruppo integrate e il mancato sviluppo degli ospedali di comunità. Accusano inoltre la Regione di aver abbandonato la politica sanitaria del territorio e di aver stoppato i processi di informatizzazione. proprio per sostenere queste richieste è già stato attuato uno sciopero soft che ha riguardato la trasmissione telematica delle ricette. E poi si è arrivati alla chiusura degli ambulatori.
CARTE BOLLATE. A rendere ancora più tesi i rapporti sono state le dichiarazioni di Coletto sugli stipendi dei medici confrontati con le ore di lavoro: «I medici di base lavorano 15 ore alla settimana e prendono almeno mille euro più dei medici ospedalieri, che di ore ne lavorano 36. Lo sciopero dei medici di medicina generale è la maniera sbagliata di trattare gli interessi sindacali», ha detto Coletto in occasione dell’ultimo sciopero all’inizio di novembre. Dichiarazioni che hanno portato i sindacati dei medici a ricorrere alle carte bollate: esposti e denunce. «Coletto venga un giorno nel mio studio, a sorpresa, quando vuole e senza preavvertirmi, così si renderà conto di quanto lavoro. Altro che tre ore al giorno», sbotta il dottor Cauchi. Per non dire di Liliana Lora del sindacato Smi: «La moglie di un nostro collega ha scritto a Coletto dicendogli, sarcasticamente, di aver scoperto che il marito medico ha una doppia vita: se parte tutte le mattine alle 7 per andare in ambulatorio e torna a casa a cena, come può lavorare solo tre ore? Che abbia un’altra famiglia nascosta?». Ma la dottoressa Lora avvisa: «Guardate che è sbagliato prestarsi al gioco di spostare il focus dai temi oggetto di vertenza allo stipendio».
ATTESA. «Speriamo che martedì la situazione si sblocchi», dice Domenico Crisarà, segretario della Fimmg. Che puntualizza: «Non è che ci voglia un grande sforzo da parte della Regione, dovrebbe solo ascoltarci e fare quello che aveva promesso ma che non ha ancora fatto». (Alda Vanzan)
IL GAZZETTINO – Giovedì, 30 novembre 2017