La Corte di giustizia dell’Unione europea sostiene il parere dell’Avvocatura e della Commissione contro l’Italia e giudica lo Stato inadempiente circa il recupero di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro legati alla nota vicenda delle quote latte, che hanno smesso di esistere nel 2015.
Una decisione che fa partire l’attacco del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: “E’ una pesante eredità che arriva dal passato e che ha forti responsabilità nelle scelte fatte in particolare dalla Lega e dalla destra a quel tempo al Governo. Purtroppo prima del 2014 sono state prese decisioni che hanno danneggiato migliaia di allevatori onesti e tutti i cittadini, visto che lo Stato ha già pagato 4,5 miliardi di euro. Per responsabilità del malgoverno leghista degli anni passati gli italiani pagano ancora purtroppo un conto salatissimo”.
A dare notizia della sentenza è una nota della Corte, che ricorda come le quote siano state introdotte nel 1984 per limitare la produzione di latte per contrastare il problema della sovrabbondanza di materia prima. Un meccanismo che prevedeva il versamento di somme sulle eccedenze di produzione, da calcolare secondo gli sforamenti dei produttori in ogni Paese.
Come noto, Bruxelles ha chiesto alla Corte di giustizia dell’Unione europea di procedere con un ricorso per inadempimento (o infrazione) contro l’Italia, rea di non avere “assolto adeguatamente al proprio compito di gestione del recupero dei prelievi per la sovrapproduzione di latte”. Tra il 1995 al 2009, ricorda la Corte, “l’Italia ha superato la quota nazionale e lo Stato italiano ha versato alla Commissione gli importi del prelievo supplementare dovuti per il periodo in questione (2 miliardi e 305 milioni). Tuttavia, nonostante le ripetute richieste della Commissione, risulta per la Commissione evidente che le autorità italiane non hanno preso le misure opportune per recuperare il prelievo dovuto dai singoli produttori e caseifici”. Il risultato sarebbe stato distorcere la concorrenza a danno dei produttori che hanno rispettato le quote o di quelli che hanno pagato per i loro sforamenti, oltre che danneggiare i contribuenti.
Il conto di Bruxelles è presto fatto: secondo la Commissione, dell’importo complessivo di 2,305 miliardi di euro, si stima che 1,752 miliardi di euro non siano ancora stati rimborsati dai singoli produttori che hanno materialmente commesso le violazioni. Di questi, la Commissione stima siano aggredibili ancora 1,343 miliardi.
In questo valzer di cifre, la Commissione ha proseguito la sua battaglia e ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia. Corte che, oggi, ha messo un punto con la sentenza che dichiara che “omettendo di garantire che il prelievo supplementare dovuto sulla produzione lattiera in Italia eccedente la quota nazionale, a partire dalla prima campagna d’imposizione del prelievo (1995/1996) e fino all’ultima campagna in cui è stata constatata in Italia una sovrapproduzione di latte (2008/2009): sia effettivamente imputato ai produttori che hanno contribuito a ciascun superamento del livello consentito di produzione e; sia pagato in tempo utile, dopo notificazione dell’importo dovuto, dagli acquirenti o dai produttori in caso di vendite dirette o; in caso di non pagamento nei termini previsti, sia iscritto a ruolo ed eventualmente recuperato con esecuzione forzata, l’Italia si è resa inadempiente alle obbligazioni derivanti dal diritto dell’Unione”.
La Corte sottolinea un altro aspetto: “Non viene rimproverato in questa sede all’Italia il mancato recupero in sé (obbligazione di risultato) ma il non avere predisposto, in un lungo arco temporale (oltre 12 anni), i mezzi legislativi ed amministrativi idonei ad assicurare il regolare recupero del prelievo supplementare dai produttori responsabili della sovrapproduzione, nei termini sopra indicati”. A questo punto, se l’Italia non si dovesse uniformare alle indicazioni della Corte, scatterebbe una nuova causa da parte della Commissione con il rischio di una condanna a pagare penali, la cui entità deve essere stabilita da Bruxelles.
Repubblica – 24 gennaio 2018