Quasi due miliardi l’anno di consulenze. Per un totale di 250mila professionisti utilizzati da Regioni e enti. Sono le cifre rese pubbliche dalla Corte dei conti che denuncia come tali contratti siano spesso “sproporzionati e inutili”.
Quasi due miliardi l’anno e 250 mila i professionisti utilizzati da Regioni e enti. La Corte dei conti denuncia: costi . Secondo il ministero dell’Innovazione I magistrati contabili rilevano che tanti dal 2006 al 2010 la spesa è salita di incarichi sono assegnati “in assenza oltre 400 milioni euro di requisiti professionali adeguati”
La marcia dei consulenti non conosce soste, sospinta da interessi clientelari e fondi pubblici a go go: ammonta a quasi un miliardo 800 milioni la spesa annua per gli incarichi affidati da sindaci, presidenti di Province e Regione, manager di aziende sanitarie, rettori di atenei più o meno illustri. Quello del ricorso al tecnico esterno è un fenomeno che riguarda circa 250 mila professionisti nel foglio paga delle pubbliche amministrazioni italiane e che è in costante crescita. Basti raffrontare il dato della spesa – fornito dal ministero dell’Innovazione e aggiornato al 2010 – con quello fatto registrare quattro anni prima: oltre 400 milioni euro in meno. Accanto ad incarichi necessari, fa rilevare la Corte dei Conti, ce ne sono tanti assegnati «in assenza di requisiti professionali adeguati o senza previa verifica dell’esistenza di professionalità interne». È un male endemico, rileva il magistrato siciliano Luciano Pagliaro, avendo bene in mente come l’amministrazione regionale dell’Isola segni un record poco edificante: con 13 incarichi al mese la giunta Lombardo non teme confronti. Anche se nel più ricco Centro-Nord il valore dei contratti firmati, e di conseguenza la spesa pubblica, è superiore: Lombardia al primo posto, nel 2010, seguita da Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte.
Da Milano a Palermo, da Genova a Castellammare di Stabia, è una rassegna di sprechi: dai velisti e dai suonatori di piano bar chiamati ad occuparsi della ricostruzione dopo l’alluvione del Messinese ai tecnici precettati dopo il sisma in Basilicata che dal 2002 al 2008 hanno esaminato cinque pratiche (5!) ogni anno.
Dalle due relazioni fatte col copia incolla che sono valse a un professionista ligure un doppio compenso ai dipendenti del ministero delle Politiche agricole nominati pure consulenti di una partecipata. Una malapianta difficile da estirpare. Se è vero che, a fronte dei quasi due miliardi di spesa, le condanne per consulenze illecite si sono limitate ad accertare un danno erariale di tre milioni.
Sicilia 13 contratti al mese, per l’alluvione reclutati pianisti, velisti e sciatori
L’ultimo caso è quello del presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, citato a giudizio dalla procura contabile per la spesa spropositata sostenuta per tenere in piedi, dal 2008 a oggi, il suo ufficio di segreteria”imbottito” di esterni: la Corte dei Conti gli contesta un maxi danno erariale, pari a un milione di euro. Ma è la Regione a far registrare un boom di consulenze: nel 2011 la giunta Lombardo ha viaggiato alla media di 13 contratti al mese, per uscite complessive superiori a un milione e mezzo di euro. Fra i capitoli di spesa più sostanziosi, la ricostruzione delle zone alluvionate del messinese. Con i suoi poteri commissariali il governatore ha affidato 15 incarichi (400 mila euro la spesa) che hanno premiato, si le _ e dai curricula, appassionati di vela e sci alpino, pianisti di piano bare organisti su richiesta per matrimoni.
Campania Castellammare, il record della Asl 23 milioni per parcelle di avvocati
La stangata più recente risale a gennaio: la Corte dei conti campana ha fatto pervenire ai vertici dell’exAsl 5 di Castellammare di Stabia un “invito a dedurre” (l’equivalente dell’avviso di garanzia) perle spese legali sostenute sino al 2008. L’accusa rivolta ai dirigenti è quella di essersi rivolti allegramente ad avvocati esterni all’ente, fino ad accumulare parcelle (interessi compresi) per23 milioni di euro. Sono 751e istruttorie aperte su incarichi e consulenze affidati da enti campani. «In svariati casi si registra una completa inutilità della spesa*, dice il procuratore Tommaso Cottone) che cita alcuni esempi (il Comune di Capri deve rispondere di un danno pari a 240 mila euro) ma segnala che il fenomeno è assai diffuso anche in settori diversi dagli enti locali. Il Cira (centro ricerca aerospaziale) deve rispondere di un danno pari a 106 mila euro.
Lazio. Le spese Rai a difesa di Meocci condannati i dirigenti aziendali.
IL presidente della sezione giurisdizionale della Corte, Salvatore Nottola, mette in evidenza tre sentenze di condanna del 2011. La principale riguarda il danno finanziario procurato alla Rai dopo l’illegittima nomina dell’ex direttore generale, Alfredo Meocci, sanzionata dall’Agcom. Alcuni dirigenti, fra i quali il capo dell’ufficio legale Rubens Esposito, sono stati condannati a rifondere le spese «sostenute dalla società pubblica per l’acquisizione di pareri favorevoli a tale nomina nonostante la palese illegittimità*. E stato condannato al pagamento di 100 mila euro l’ad di una società partecipata dallo Stato, Fabrizio Mottironi, che aveva affidato consulenze a professionisti nel frattempo anche assunti con contratti di collaborazione nello staff del ministro delle politiche agricole: insomma, gli “esperti” erano pagati due volte.
Liguria La giunta ha pagato due volte per avere lo stesso progetto
Doppio compenso per relazioni-fotocopia. E il caso paradossale giunto a conclusione, almeno sul piano giudiziario, nel 2011 in Liguria. Una sentenza della sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha condannato un ex assessore regionale, Giovanni Battista Pittaluga, e il dirigente Giuseppe Profiti, al pagamento di 30 mila euro, in quanto responsabili di una spesa gonfiata sostenuta dalla Regione. La giunta affidò nel 2001 al professor Giovanni Valotti l’incarico di un progetto di sviluppo della organizzazione dell’ente: il lavoro si concluse due anni dopo con una relazione, e costò 72.500 euro. Nel 2007 nuova consulenza, allo stesso professionista, «sullo stesso oggetto*. Incarico ingiustificato, osserva la Corte. «E ciò è dimostrato dalla pressoché totale identità del testo delle due relazioni*. Un caso ben remunerato di «copia e incolla».
Lombardia 11 consulente telefonico e il segretario promosso direttore
Nel j’accuse della procura contabile meneghina una parte significativa riguarda incarichi e consulenze assegnati in modi illegittimi. I magistrati elencano una sfilza di esempi: la promozione del segretario comunale a direttore generale, la figura apicale della burocrazia, in un Comune con soli tre dipendenti. O ancora la consulenza affidata «in modo del tutto generico»: «espletava le sue funzioni al telefono». Storie che seguono le condanne piovute sull’ex sindaco Moratti per lo spoils system che aveva premiato manager esterni sprovvisti di titoli e per i compensi a sei componenti dell’ufficio stampa. Anche da ministro, nel 2001, la Moratti aveva assegnato una consulenza ritenuta impropria dalla Corte: quella a Emst&Young, costata 180 mila euro.
Emilia Romagna Ventidue milioni di danno erariale e il dipendente diventa consulente
Il sito del ministero della Funzione pubblica pone l’Emilia Romagna ai vertici della classifica delle Regioni che più spendono per consulenze: 231 milioni 400 mila euro nel 2010. Di recente la Guardia di finanza ha elencato una casistica di furbetti e doppiolavoristi in nero che hanno provocato un danno erariale superiore ai 22 milioni. Un docente dell’Alma Mater di Bologna, all’insaputa di università e fisco, faceva l’ad in una spa del settore ingegneristico. E in una decina di anni avrebbe messo in tasca 386mila euro extra. Il funzionario di un’agenzia fiscale ha incassato 8.500 euro di consulenza da un’azienda di servizi. Un altro dipendente pubblico pare sia riuscito nella incredibile impresa di diventare consulente dello stesso ente da cui riceve lo stipendio.
Basilicata Qui il primato delle “condanne” 125 mila euro per 5 pratiche in 7 anni
La Basilicata è, a sorpresa, la regione che ha registrato il maggior numero di condanne, nel 2011, per il ricorso a consulenze illecite: cinque. Anche il terremoto del 1998 ha contributo a gonfiare il fenomeno. Ha visto il traguardo l’iter di un’inchiesta che ha condannato la giunta di Lauria, in provincia di Potenza, al pagamento delle spese sostenute (125 mila euro) per l’assunzione di un gruppo di tecnici “esterni” incaricati di vagliare le pratiche di risarcimento danni. La Corte ha sottolineato che in sette anni (2002/2008) sono state definite soltanto 172 pratiche: circa 5 pratiche all’anno per ciascun tecnico convenzionato. Insomma, per dirla con le parole dei giudici, non proprio «una gestione efficace ed economica».
repubblica.it – 28 febbraio 2012