L’autore del libro che nel 2012 aveva prefigurato la pandemia fa il bilancio degli ultimi anni: «Agricoltura e zootecnia ancora più intensive»
di Agnese Codignola
Nei giorni scorsi, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto al Congresso di approvare uno stanziamento da 1,2 miliardi di dollari per lanciare la Global Health Security Strategy, un progetto finalizzato ad aiutare una cinquantina di paesi nel monitoraggio, nel tracciamento e nel sequenziamento dei patogeni, e nella predisposizione delle risposte in caso di epidemie. L’iniziativa è, anche, la conseguenza del fatto che il trattato siglato nel 2022 da tutti i 194 paesi aderenti all’Onu, che avrebbe dovuto porre le basi per un approccio completamente nuovo al rischio pandemico, non ha avuto quasi seguito.
Il caso dell’allevatore infettato in Texas
Intanto le infezioni continuano a minacciare l’umanità. Ultima arrivata in ordine di tempo è la dengue che, veicolata dalle zanzare del genere aedes aegypti , sta flagellando il Sud America, e che è da tempo giunta anche a latitudini dove fino a pochi anni fa era praticamente sconosciuta, Italia compresa. Intanto l’influenza l’aviaria diventa ogni anno più preoccupante, per il rischio di possibili spillover. Ed è da uno di questi, il caso dell’allevatore infettato in Texas, che partono le considerazioni di David Quammen, autore di «Spillover» (pubblicato in Italia da Adelphi), il libro che nel 2012 ha raccontato al mondo perché era necessario prepararsi alla pandemia che sarebbe arrivata, e poi di «Senza Respiro» (anch’esso Adelphi), un’indagine sulle possibili origini del Covid.