Il Trentino-Alto Adige è la regione italiana in cui si vive meglio. Ma a gioire dinanzi all’ultima indagine sulla “Qualità della vita” condotta dall’università La Sapienza di Roma per ItaliaOggi Sette, non saranno solo gli abitanti di Trento e Bolzano. La ricerca, realizzata analizzando nove macro-categorie (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, salute, tempo libero e tenore di vita), 21 sottodimensioni e 94 indicatori di base, rivela notevoli miglioramenti rispetto agli anni passati. Miglioramenti che, data la crisi, valgono ancor di più: se nel 2012 le province italiane con una qualità della vita ritenuta buona o accettabile erano 42 su 103, nel 2013 sono invece 59 su 110. Ed è il dato migliore registrato negli ultimi cinque anni. Per il sistema salute buoni i piazzamenti delle venete con Belluno e Rovigo in 9ª e 12ª posizione.
Crotone è la città in cui si vive peggio. Buone notizie, certo. Ma non per tutti. Per Trento sì: è al primo posto non solo nella graduatoria generale ma anche nel settore “servizi finanziari e scolastici”. Buone notizie per Belluno, seconda classificata per la qualità della vita e prima in “ambiente”. Brutte notizie, invece, per Crotone, la provincia italiana in cui si vive peggio: rispetto allo scorso anno, è scesa di nove punti. E a muovere il passo del gambero sono in realtà quasi tutte le province meridionali: Enna (109mo posto) ha perso dieci postazioni, come Vibo Valentia (108mo posto).
Ma i dati raccolti dall’università romana non possono essere letti in un’unica direzione. Se le province italiane con una buona qualità della vita sono aumentate, allo stesso tempo il 28,2 per cento della popolazione (quasi tre italiani su dieci) vive nelle province, tutte del Mezzogiorno, caratterizzate da un livello di vita insufficiente.
Eccezione lucana. Matera e Potenza sono rispettivamente al secondo e al terzo posto nella classifica dedicata all’ambiente, mentre nel 2012 erano al 27mo e al nono posto. Un’importante eccezione è anche la provincia sarda di Olbia-Tempio, al 55mo posto nella classifica generale, prima di città come Venezia (63ma) e Roma (64ma). Nel generale stato di salute del Centro-Nord, dati in controtendenza: Asti ha perso 28 postazioni in classifica rispetto allo scorso anno, Prato 20 e Ferrara 24.
I più fortunati sono senza dubbio gli abitanti del Nordovest, che in cinque anni hanno scalato la graduatoria del benessere: nel 2008 erano 12 le province del Nordovest con una qualità della vita scarsa o insufficiente, mentre nel 2013 si sono ridotte a 3.
Milano la meno sicura. Miglioramenti anche nel settore della criminalità: nel 2012 le province più sicure erano 21, mentre quest’anno sono diventate 26. E di queste, al contrario di quanto accade nella classifica più generale, dieci sono nel Centro-Sud: Matera è terza dopo Pordenone e Treviso e nella top-ten compaiono anche le province sarde di Nuoro, Oristano e Ogliastra. Le meno sicure restano le grandi città: nel 2013 la peggiore è Milano dopo Rimini, Prato e Imperia. La criminalità è aumentata a Napoli (99mo posto), Roma (101mo) e Firenze (103mo), mentre è diminuita a Reggio Calabria (dal 58mo al 45mo posto) e a Siena (dal 61mo al 41mo).
Pisa, la Sanità migliore. E’ invece Pisa la prima in classifica per i servizi sanitari, grazie al numero di posti letto garantiti in rianimazione e in cardiologia. E in questo settore i dati quasi si ribaltano rispetto alla criminalità: le grandi città rimontano con Milano al secondo posto e Roma al quinto, mentre in coda si posizionano Oristano e Medio Campidano.
Sistema salute, Pisa prima in classifica. Tra le prime dodici Belluno e Rovigo
Pisa si classifica al primo posto nella dimensione salute e conferma il secondo piazzamento già conseguito nella passata edizione. La provincia di Pisa si caratterizza sia per una buona dotazione di personale medico e infermieristico, sia per un’ottima disponibilità di posti letto in reparti specialistici.
Seguono Milano (11ª nel 2012), Isernia (al primo posto lo scorso anno) e Siena (3ª nella edizione precedente).
Nelle 20 posizioni di testa (erano 16 nel 2012), all’interno delle quali sono ricomprese le province in cui il sistema salute è caratterizzato da una buona disponibilità di servizi sanitari, figurano 6 province del nord-ovest (Vercelli e Alessandria in Piemonte, in 8ª e 18ª posizione, Aosta in 19ª posizione, Milano e Pavia in Lombardia al 2° e al 15° posto, Genova in Liguria in 7° posizione), 5 del Nord-est (Belluno e Rovigo in Veneto in 9ª e 12ª posizione; Pordenone in Friuli-Venezia Giulia in 10ª posizione, Bologna e Ferrara al 14° e 16° posto), 4 province in Italia centrale (Pisa e Siena al primo e al quarto posto; Ancona al 6° posto e Roma al 5°) e 5 province dell’Italia meridionale e insulare (Isernia e Campobasso in Molise rispettivamente al 3° e al 13° posto; Potenza in Basilicata al 20° posto, Messina in Sicilia in 17ª posizione).
Ad ogni modo, la scarsa consistenza delle province ricomprese nelle posizioni di testa indica che nelle province italiane la dotazione di servizi sanitari a livello provinciale si attesta in prevalenza su livelli medi o medio-bassi.
In generale, per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei servizi, questa si presenta ampiamente eterogenea. I servizi sanitari si concentrano prevalentemente nelle province in cui è presente un grande centro urbano (Roma, Milano), in poli di eccellenza nella ricerca medica (Pisa, Siena), ma esistono anche altri fattori. La eterogeneità nella distribuzione territoriale può infatti riflettere l’esistenza di differenti bacini di utenza o riflettere specifiche scelte politiche nazionali e locali.
Va comunque notato che nelle prime 50 posizioni figurano tutte le province in cui sono presenti centri urbani di dimensioni medie e grandi. Nel complesso, il numero di province in cui la dotazione di servizi medico-ospedalieri e diagnostici risulta scarsa o insufficiente ammonta a 57 unità su 110, contro le 59 unità su 103 censite nel 2012. Le posizioni di coda comprendono 21 province, a fronte delle 19 censite nella passata edizione. Nel gruppo 4, due appartengono al nord-ovest; una al nord-est; 5 in Italia centrale; 13 infine in Italia meridionale e insulare. Chiude la classifica del sistema salute la provincia del Medio Campidano.
ItaliaOggi sette – 30 dicembre 2013