«Dopo quanto il Cnr ha chiarito in audizione al Senato, il presidente della Regione Luca Zaia non ha più scuse. Deve intervenire, stabilendo obiettivi di qualità per le acque e tagliando pesantemente le emissioni dei Pfas nella zona compresa tra le province di Vicenza, Rovigo, Verona e Padova, dove le acque di distribuzione di ben 24 Comuni superano le soglie di pericolo per questi agenti chimici e dove opera l’industria Miteni». Lo afferma Laura Puppato, senatrice del Pd e membro della commissione Ambiente al Senato e della commissione bicamerale Ecomafie che sta proseguendo con le audizioni dei soggetti coinvolti nella vicenda-Pfas.
«Sono almeno 10 anni che in Veneto si prende tempo, rimpallando le responsabilità – prosegue Puppato in una nota -. Ma non si può essere federalisti a targhe alterne: compete alla Regione mettere in campo una soluzione e quindi deve farlo subito». La senatrice, che sta preparando una seconda interrogazione sul tema, sottolinea che «in altri Paesi europei sono stati limitati già più di 10 anni fa». In commissione Ambiente al Senato, spiega Puppato, «il Cnr ha chiarito che nel 2006 ha effettuato una ricerca per conto dell’Ue per capire come impattavano i Pfas sui grandi fiumi europei. Al confronto con il Reno, il Danubio e la Loira, il Po è risultato il più inquinato dai Pfas». In più, «dal 2006 con la direttiva acque, l’Unione europea ha superato il concetto di limite di emissione e si è concentrata sulla qualità dei corpi idrici. Superare di 500 volte i valori di soglia per sostanze che in altri paesi sono state messe al bando non è tollerabile». Nell’interrogazione Puppato chiede «anche che il governo intervenga per tutto il territorio italiano sul tema dei Pfas, ma intanto il Veneto può e deve intervenire, visto che la situazione più grave del Paese ricade nel nostro territorio».
Il Giornale di Vicenza – 31 maggio 2016