C’è chi se la cava in poche righe – «eliminate i segretari comunali perché non hanno voglia di lavorare» – e chi invia mail chilometriche analizzando punto per punto le 44 proposte lanciate dal premier Renzi e dal ministro Madia. Gli insulti, al momento, sembrano contenuti («sono meno di quanti si possono leggere in una qualsiasi pagina Facebook», dicono al ministero).
Il massimo dell’approvazione lo ottiene senza ombra di dubbio l’eliminazione del Pra, il pubblico registro automobilistico. Ma piace molto anche l’idea di pagare i dirigenti in base al merito, e ancor di più la possibilità di dire la propria sulla valutazione di quel merito.
É un’ondata di mail quella che sta travolgendo l’indirizzo di posta elettronica rivoluzione@ governo.it, aperto da Palazzo Chigi cinque giorni fa per dare la possibilità a chiunque lo voglia di commentare le proposte di riforma sulla pubblica amministrazione o lanciare idee nuove. Il referendum online piace: le mail arrivate hanno superato quota 5.000 e il ministero della Funzione Pubblica calcola che alla fine del periodo di consultazione (30 maggio) sarà raggiunto il tetto dei 30 mila messaggi.
Nella maggior parte dei casi scrivono dipendenti pubblici, ma le proposte più drastiche arrivano da chi statale non sembrerebbe. Come Luca, per esempio, che va giù duro sul capitolo retribuzioni («tutti di contratti dei dipendenti, dirigenti e non, devono essere ridotti allo stesso livello della pensione minima, 800 euro, fino a quando non sarà stato eliminato il debito pubblico ») e sulle semplificazioni. «Bisogna creare 3 macro-regioni, Nord, Cento e Sud – scrive – e licenziare i dirigenti, i presidenti e i consiglieri delle ex-20 regioni». Primiano è una partita Iva, porta il nome di un santo martire e nelle prime dieci righe della sua mail ne approfitta per lamentarsi delle tasse. Poi però passa all’attacco dei dirigenti pubblici: «la cosa più urgente è legare retribuzioni e carriere a meccanismi di premialità » conviene, però «non serve a nulla che le valutazioni se le facciano internamente: devono essere fatte dai citta- dini». E le «eccellenze» dovranno essere «in percentuale adeguata», pena la credibilità. Sempre in tema di semplificazioni, un’altra mail chiede di introdurre rapporti «standard » fra numero di abitanti del bacino di riferimento e numero di dipendenti pubblici, e per chi sfora il tetto si applichi «un turn-over anti spreconi».
La staffetta generazionale raccoglie molti consensi, anche perché a scrivere online sono probabilmente i più giovani. Roberto chiede di applicarla anche nel suo settore, la sanità, per dare respiro ai tanti medici e infermieri che hanno «35 anni di servizio o più: collocarli a riposo darebbe nuove opportunità ai giovani ed eviterebbe di sentir parlare spesso di malasanità». Un garbato funzionario dell’Agenzia delle Entrate «entusiasta e orgoglioso» del suo lavoro, interviene sull’efficienza e orario di servizio. «Le 36 ore settimanali sono anacronistiche – scrive rivolgendosi a Renzi – entro in ufficio alle 8, esco alle 15.42: lei mi capisce, a quell’ora sono nel pieno della mia energia lavorativa e molti nostri interlocutori sono nel pieno della loro attività. Portiamo l’orario ad almeno 40 ore, come nel privato e, chiaramente, riconosciamo un aumento di stipendio». Divide molto la proposta di abolire la figura dei segretari comunali: per Alessio «sono antistorici nei comuni con meno di 5 mila abitanti», ma per l’avvocato amministrativista Cesidio la loro scomparsa avrebbe effetti «nefasti» proprio nei paesi più piccoli, dove rappresentano spesso l’unica figura «di spiccata professionalità ». Sul tema, e su molti altri, interviene anche la lunga missiva di Chiara, dirigente del ministero dell’Economia che avverte Madia e Renzi: attenti, «si solleverà una casta». Nunzia, segretario comunale, conclude: «Eliminati noi chi svolgerà le nostre funzioni? Un dirigente compiacente?»
Repubblica – 4 maggio 2014