Riparte lunedì, dopo la pausa estiva, il tavolo sulla contrattazione nel pubblico impiego. Aran e sindacati saranno chiamati ad affrontare anche temi caldi come quelli del precariato e delle assenze per malattia. Sul primo fronte è allo studio una sorta di riforma dei contratti a tempo determinato nella Pa, per allineare le regole del settore pubblico a quelle del privato, dopo le novità del Jobs act. La proposta del governo punta a fissare tetti al numero dei contratti a termine in una data amministrazione, indicando dei limiti anche nella durata e nelle proroghe. In altre parole, una stretta al precariato “selvaggio”. Sul versante delle assenze dal lavoro per malattia il cambiamento più significativo, che scatterà il primo settembre, è il passaggio delle competenze sulle visite dalle Asl all’Inps. L’Istituto guidato da Tito Boeri vigilerà sulle malattie dei lavori privati e di quelli pubblici. Con la nascita di un Polo della medicina fiscale. Il nuovo sistema sarà presentato in settimana dall’Inps.
Tornando al nodo della riordino dei contratti a termine, l’obiettivo è quello di arginare il fenomeno dei precari dopo che il via alle assunzioni straordinarie che, nelle intenzioni del governo, dovrebbero sanare 50mila posizioni. L’atto di indirizzo firmato dalla ministra della Pa, Marianna Madia per tracciare le linee guida dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego già indica gli snodi chiave , come l’individuazione di limiti quantitativi di utilizzo del contratto a tempo determinato, rispettando in ogni caso la quota massima del 20% (prevista dal Jobs act). Dovranno inoltre essere definite situazioni precise per le deroghe ai vicoli dei 36 mesi, come durata limite. Lo stesso vale per le pause tra un contratto e l’altro (10 giorni per rapporti sotto i sei mesi, 20 per quelli più lunghi). E comunque non si potrà più rinviare senza fine: anche le deroghe saranno sottoposte a limiti ben precisi.
Il nuovo round tra Aran e sindacati sulla contrattazione, che ha sullo sfondo la legge di bilancio dalla quale dovrebbero arrivare 1,2 miliardi per i rinnovi, toccherà anche le questioni del riordino delle regole sui fondi per il salario accessorio, delle sanzioni disciplinare che del pacchetto relativo ad assenze e permessi. In quest’ultimo caso il nuovo sistema di visite “fiscali” scatterà, come previsto dalla riforma Madia, con una “fase ponte”: le fasce di reperibilità resteranno quelle attuali, ovvero sette ore per gli “statali” e 4 per i privati. Ma a breve un decreto armonizzerà la gestione delle visite nei due settori prevedendo anche controlli a ripetizione.
Il Sole 24 Ore – 27 agosto 2017