Il governo ha annunciato di voler accelerare sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione, contenuta nel Ddl Madia che giovedì pomeriggio sarà all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato.
Riparte già giovedì l’esame della delega sulla pubblica amministrazione in commissione Affari costituzionali del Senato. Un’accelerazione, sull’onda del caso dei vigili romani assenteisti, che conferma la volontà del Governo di procedere con la riforma del pubblico impiego, come promesso dal premier Matteo Renzi dopo il varo dei decreti attuativi del Jobs Act. «Le regole del lavoro pubblico le riprenderemo nel ddl Madia», aveva detto Renzi in conferenza stampa il 29 dicembre. «La mia idea è che chi sbaglia nel pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa. Ma questo argomento prenderà corpo a febbraio o marzo».Il relatore Pagliari: realistica l’approvazione a Palazzo Madama entro febbraio-marzo come annunciato dal premier
Il governo ha annunciato di voler accelerare sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione, contenuta nel Ddl Madia che giovedì pomeriggio sarà all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato.
Nelle intenzioni del presidente del consiglio, Matteo Renzi, questo provvedimento sarà un nuovo Jobs act del lavoro pubblico, e servirà ad evitare il ripetersi di episodi come quello accaduto a Roma, con l’assenza in massa dei vigili in turno la notte di capodanno. Sul disegno di legge che prende il nome dal ministro della Pa, e contiene complessivamente 11 deleghe al governo, sono stati presentati circa mille emendamenti in commissione Affari costituzionali che ha avviato l’esame a ottobre. «Considero realistica la deadline indicata dal premier Renzi – afferma il relatore Giorgio Pagliari (Pd) – ovvero l’approvazione del disegno di legge entro febbraio o marzo da parte del Senato. In commissione siamo già in avanti con l’istruttoria sugli emendamenti, attendiamo i pareri della commissione Bilancio». Nelle prossime settimane bisognerà comunque fare i conti con il calendario dei lavori del Senato, che ha all’ordine del giorno le riforme istituzionali e l’elezione del presidente della Repubblica, che avrà l’effetto di rallentare i lavori della commissione.
Gli articoli del Ddl Madia che impattano in modo specifico sul lavoro nel pubblico impiego sono il 12 e il 13 -contengono i criteri ai quali dovrà ispirarsi il governo nell’esercizio della delega – la loro attuazione sarà preceduta dal varo dei Dlgs di riforma della dirigenza pubblica e di valutazione dei rendimenti dei pubblici uffici.
Nei giorni scorsi Scelta civica ha chiesto la riapertura dei termini per gli emendamenti, per poter presentare delle proposte sul tema specifico dei licenziamenti. Il governo ha annunciato un emendamento per ridefinire complessivamente il sistema di sanzioni disciplinari nel pubblico, potenziando le norme previste dalla legge Brunetta (Dlgs 150 del 2009) per favorirne l’applicazione, intervenendo anche sui controlli dei certificati medici. Tra le novità, anche nel pubblico sarà affidato all’Inps il controllo dei certificati, oggi competenza delle Asl. L’Inps controlla i certificati di tutto il lavoro privato con un costo di 25 milioni a fronte dei 70 milioni delle Asl che in termini numerici si occupano dei controlli a meno della metà della platea, i 3,2 milioni di lavoratori pubblici. Il governo è convinto in questo modo di poter risparmiare sui costi e di ottenere nel contempo una qualità del servizio migliore affidandosi al sistema di verifiche mirate da parte dei medici utilizzato dall’Inps. «Vicende che si ripetono costantemente in determinate occasioni – afferma Pagliari – come le assenze di massa attraverso la presentazione di certificati medici, evidenziano la necessità di intervenire. Occorre individuare un meccanismo di responsabilizzazione dei medici con l’obbligo di rifare la diagnosi, e di risponderne. La visita fiscale non può essere solo un proforma».
Il rebus partecipate
Nel ddl Madia c’è anche l’atteso intervento sulla razionalizzazione delle partecipate, anche se il Governo sta ancora valutando l’opportunità di definire un provvedimento ad hoc sganciato dalla delega. L’obiettivo generale resta quello del piano Cottarelli: ridurle da 8mila a mille. Ma gli interventi per centrarlo sono ancora allo studio.
Pensioni, uscite più flessibili?
L’altro fronte caldo è quello previdenziale. Sono in molti nell’Esecutivo a ritenere che il sistema di uscite dovrebbe essere reso più flessibile, ma il premier è da sempre cauto sulla materia e ha già fatto capire che la nomina di Tito Boeri a commissario dell’Inps non prefigura alcuna rivoluzione. Semmai potrà andare in porto una «manutenzione della legge Fornero», come ha affermato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. E una ristrutturazione dell’Inps, appunto, che potrebbe vedere la luce già a febbraio.
Il Sole 24 Ore – 6 gennaio 2014