Chiusa la trattativa dopo tre giorni per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali. Tetto agli straordinari, flessibilità sull’orario di lavoro. Un contratto destinato a fare da apripista anche per scuola e sanità. La pausa-pranzo resta di mezz’ora
È stato firmato l’accordo per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali, ovvero per i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. In tutto circa 247 mila persone. L’aumento medio mensile è di circa 85 euro lordi a regime sullo stipendio base. Il rinnovo copre il triennio 2016-2018. L’intesa tra Aran e i sindacati di Cgil, Cisl, Uil, Confsal (Usb, Cgs e Cisal non hanno siglato) è arrivata dopo una trattativa fiume. E soprattutto dopo oltre otto anni di blocco. Si tratta di un contratto destinato a fare da apripista per gli altri comparti.
«Dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale, è stato appena firmato, con le organizzazioni sindacali, il primo nuovo #contratto dei dipendenti delle PA». Così la ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, in un tweet scritto alle 3.56 della notte, subito dopo la sigla all’Aran. La ministra ha seguito da vicino le trattative che si sono protratte senza pause per circa 18 ore.
La forbice degli aumenti retribuitivi sullo stipendio base va dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. Così le tabelle del nuovo contratto per le funzioni centrali della Pa, che riunisce gli statali in senso stretto (ministeri, agenzie fiscali e parastato). La tranche di aumenti per il 2018 scatterà da marzo.
Ai livelli retributivi più bassi c’è poi un «elemento perequativo» da marzo a dicembre 2018, in tutto 10 mensilità. L’assegno oscilla tra i 21,10 e i 25,80 euro al mese. Quindi il totale per l’anno prossimo va dai circa 211 ai 258 euro a testa. In questo modo si copre appieno anche la platea del bonus degli 80 euro, che poteva essere intaccato dalla scatto. Il ‘plus’ consente a tutti di prendere un aumento che va dagli 84 euro in su per il periodo considerato. Per il nuovo comparto delle Funzioni Centrali ci saranno anche gli arretrati del 2016 e del 2017 e ripartirà la contrattazione per il trattamento accessorio. Raggiunto l’accordo anche sui tetti agli straordinari.
Le reazioni
“Avevamo chiesto di arrivare a un tetto di 180 ore – spiega il segretario nazionale Cgil Fp Salvatore Chiaramonte – ma nell’accordo è previsto un tetto di 200, che è comunque un buon risultato, considerando che è aperta la possibilità di contrattazioni per alcune amministrazioni in situazioni particolari”.
Uno dei temi su cui si è molto discusso è la riduzione del tempo minimo da dedicare alla pausa pranzo. “In realtà – aggiunge Chiaramonte – la pausa pranzo resta fissata a 30 minuti (l’ipotesi era quella di ridurla a 10), si mantiene il buono pasto (il cui valore è fissato a 7 euro) che verrà esteso anche ad altre realtà nelle quali non era previsto”. Il contratto conferma anche le 36 ore per l’orario di lavoro, introducendo una certa flessibilità, ovvero fasce di tolleranza in entrata e in uscita. “Regolate questioni importanti – spiega Fp Cgil – come la pausa esigibile, diritto delle lavoratrici e dei lavoratori”. Confermata l’esclusione del Jobs Act dal contratto, a partire dal mantenimento dell’articolo 18. Nell’accordo viene introdotto un nuovo sistema di relazioni sindacali con il ritorno della contrattazione e l’incremento dei poteri demandati alle Rsu. L’obiettivo della meritocrazia auspicato dalla ministra Madia è tutto sui premi di produttività che saranno proporzionati in base ai meriti del singolo e del suo ufficio. Una questione che si intreccia a quella della stretta sull’assenteismo. La tendenza è quella di premiare chi lavora di più a causa delle mancanze dei colleghi.
«Un risultato storico. Un contratto che da più diritti e archivia la legge Brunetta». Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, commenta in una nota la sigla della pre intesa per il rinnovo del contratto degli Statali. «Dopo oltre nove anni – sottolinea – finalmente restituiamo un contratto nazionale ai lavoratori pubblici, il primo che sottoscriviamo è quello delle Funzioni Centrali che riguarda i lavoratori dei ministeri, delle agenzie e degli enti pubblici non economici».
Si tratta, aggiunge, «di quasi 250 mila lavoratrici e lavoratori a cui estendiamo diritti, in particolare su permessi e congedi dove introduciamo tutele importanti, sia per l’espletamento di visite, terapie ed esami diagnostici sia alle donne vittime di violenza alle quali, dopo i tre mesi di congedo previsti dalla legge, il contratto garantisce altri tre mesi di aspettativa. Si estendono, inoltre, le norme sul diritto allo studio includendo i lavoratori a termine e riconoscendo anche il diritto a svolgere la formazione prevista da albi o ordini, si potenzia e si rende più esigibile la formazione e si introduce il libretto formativo».
Nel merito, continua la Sorrentino ci sono «norme di civiltà» come «quelle che estendono i diritti civili e introducono tutele per lo stress lavoro correlato e i fenomeni di burn out. Mantenute le tutele previgenti a partire dall’articolo 18 e l’orario di lavoro a 36 ore e ridotta la precarietà. Più poteri vengono riconosciuti alla contrattazione, soprattutto di posto di lavoro, sulla scia di quanto definito nell’accordo del 30 novembre e ci sottraiamo al ricatto degli atti unilaterali ridando la titolarità alla contrattazione. Cambiano i sistemi di valutazione, scompaiono le fasce brunettiane, si amplia la partecipazione sindacale».
Le novità in sintesi
AUMENTO DI 85 EURO, ASSEGNO PER STIPENDI BASSI. Un aumento medio di 85 euro mensili lordi. Questo per il complesso dei dipendenti delle funzioni centrali, ovvero dipendenti dei ministeri, della agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici (247 mila ‘teste’). Si va da un minimo di 63 euro a un massimo di 117 ma grazie a un’extra (21-25 euro mensili) da riconoscere alle fasce retributive più basse, almeno per dieci mensilità, l’adeguamento risulterà di almeno 84 euro per tutti. Le amministrazioni più ricche potranno contare su un plus (dai 9 a i 14,5 euro a testa) nel salario accessorio. Le tranche di rialzi andranno a regime da marzo. Attesa anche l’una tantum con gli arretrati da 545 euro.
PIU’ VOCE A SINDACATI, BONUS ECCELLENZA DEL 30% Le organizzazioni dei lavoratori non saranno più solo informate delle decisioni prese dall’amministrazione, ma si darà vita a un confronto (una sorta di concertazione nella versione 2.0) e nelle materie che hanno riflessi sugli orari e sull’organizzazione del lavoro, si potrà anche contrattare (da turni a straordinari). I bonus di eccellenza non potranno più ricadere più nella stessa proporzione su tutti e la maggiorazione del premio rispetto al resto del personale sarà del 30%.
TETTO A PRECARIETA’, DURATA MASSIMA 4 ANNI. Il contratto a tempo determinato non potrà superare i 36 mesi, prorogabili di altri 12 ma solo se in via eccezionale. Come nel privato, il numero dei dipendenti a termine non potrà andare oltre il 20% del totale. Superate le soglie non si potrà essere assunti (si entra solo per concorso) ma l’esperienza maturata farà punteggio.
VIA CHI COMMETTE MOLESTIE SESSUALI, STOP A DONI DI VALORE. Vengono esplicitate e rafforzate le sanzioni da infliggere in questi casi: in prima battuta il molestatore incappa in una sospensione (fino a un massimo di 6 mesi). Ma se il comportamento viene replicato scatterà l’espulsione definitiva. Via anche chi chiede regali sopra i 150 euro come scambio di favori.
PUGNO DURO ASSENZE STRATEGICHE, CI RIMETTE TUTTO L’UFFICIO Si rimarrà fuori dall’ufficio e senza stipendio fino a due assenze ingiustificate in continuità con le giornate festive. La stessa sanzione è prevista per ingiustificate assenze di massa. Se la condotta si ripete si passa al licenziamento. E non si scappa, visto che tutto sarà registrato in un ‘fascicolo personale’. Soprattutto quando in un ufficio si registrano tassi di assenteismo anomali, non giustificabili, a rimetterci saranno un po’ tutti, visto che sarà il monte premi non potrà essere aumentato. Una clausola tuttavia direziona la sanzioni maggiori sui singoli assenteisti.
ORARI FLESSIBILI, PERMESSI FRAZIONABILI E FERIE SOLIDALI. La Pubblica Amministrazione apre le porte all’orario di lavoro ‘elastico’, con fasce di tolleranza in entrata e in uscita. Viene anche potenziata la possibilità di passare al part time. Inoltre anche nella P.a il lavoratore, su base volontaria e a titolo gratuito, potrà cedere ad un altro dipendente, che abbia necessita’ familiari (figli piccoli) o di salute, la parte che eccede le quattro settimane di ferie di cui ognuno deve necessariamente fruire. Ci sarà poi la possibilità di ‘spacchettare’ in ore, oggi sono riconosciuti in giorni (nel limite di 3), i permessi come quelli per motivi familiari o personali.
LUNA DI MIELE ASSICURATA ANCHE PER COPPIE OMOSESSUALI. Le unioni civili valgono come i matrimoni su permessi e congedi. I conviventi potranno così godere dei 15 giorni di stop retribuito riconosciuti per le nozze. Anche nella P.a il lavoratore potrà cedere ad un altro dipendente, che abbia necessità familiari o di salute, la parte che eccede le settimane di ferie obbligatorie.
STRETTA CONTRO ABUSI LEGGE 104. TUTELE PER TERAPIE SALVAVITA. Di norma i permessi previsti dalla legge sulla disabilita andranno inseriti in una programmazione mensile e solo in caso di “documentata necessita” la domanda potrà essere presentata nelle 24 ore precedenti. Intanto le tutele previste per le terapie salvavita vengono estese anche ai giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali dei trattamenti (con un limite temporale di 4 mesi). Arrivano inoltre i permessi ad hoc per viste specialistiche.
ARRIVA WELFARE AZIENDALE. MISURE ANTI STRESS E BURNOUT. In sede di contrattazione di secondo livello, le amministrazioni potranno riconoscere ai loro dipendenti benefit ad hoc, dalla polizze sanitarie alle borse di studio per i figli, dal biglietti gratis per i musei ai presiti facili. Gli statali potranno poi contare su un organismo ad hoc per dare impulso al benessere, con un focus su misure di prevenzione dello stress da lavoro e di fenomeni di burn-out.
DA RIMPROVERO A SOSPENSIONE, SI APRE A SANZIONE PATTEGGIATA. Una sorta di clausola anti-ricorsi per gestire attraverso procedure di conciliazione le condotte da sanzionare, secondo il codice disciplinare del pubblico impiego. I tecnici parlano di “determinazione concordata della sanzione”, che ovviamente esclude la funzione più grave, quella del licenziamento.
23 dicembre 2017