Il divieto di conferire a pensionati incarichi dirigenziali o direttivi, di studio o di consulenza o, ancora, cariche di governo di amministrazioni, enti o società controllate nonché authority, compresa la Consob, non si applicherà ai commissari straordinari nominati temporaneamente al vertice di enti pubblici o per specifici mandati governativi. E lo stesso vale per la nomina di eventuali sub-commissari.
Esclusi dal divieto saranno, poi, gli incarichi di ricerca (l’amministrazione che li conferisce deve aver prima definito uno specifico programma di ricerca) e quelli di docenza, a patto che siano “effettivi” e non fatti per aggirare il divieto. E consentiti saranno pure gli incarichi in commissioni di concorso e gara oppure la partecipazione a organi collegiali consultivi, come per esempio gli organi collegiali delle scuole.
Eccole le attese eccezioni alla norma contenuta nel decreto Madia ( articolo 6 del Dl 90/2014), in vigore dal 25 giugno, che ha perfezionato il divieto di affidare incarichi soggetti in quiescenza. Sono specificate in una circolare della Funzione pubblica di imminente uscita. Un divieto già voluto due anni fa dal Governo Monti (Dl 95/2012, articolo 5) ma che è stato facilmente aggirato con numerose nomine successive, non solo governative. Ora il nuovo Esecutivo è tornato sul punto con un orientamento rafforzato dalla volontà di realizzare una vera e propria “staffetta generazionale” nelle pubbliche amministrazioni, da realizzare anche con strumenti come il divieto del trattenimento in servizio, sul quale pure è attesa una circolare interpretativa.
Tra i divieti che dovranno rispettare tutte le amministrazioni la circolare interpretativa messa a punto a palazzo Vidoni comprende anche quelli per contratti d’opera intellettuale a pensionati. Ma non, per esempio, per altri tipi di contratti d’opera, come un caso di cui s’è occupata anche la Corte dei conti, di conferimenti d’incarico a un falegname in pensione da parte di un ateneo universitario per la realizzazione di un mobile. Possibili, inoltre, incarichi di carattere professionale, come per esempio quelli legati ad attività legale o sanitaria, a patto di non ricadere nei casi supergettonati di studio e consulenza.
La circolare è molto attesa dalle amministrazioni che, in queste settimane, hanno inviato numerosi quesiti alla Funzione pubblica. Ma offre un’interpretazione che dovrebbe proteggere la norma anche da eventuali ricorsi alla Consulta, visto che si escluderebbe la volontà di qualunque forma di discriminazione nei confronti dei pensionati. Obiettivo vero è evitare aggiramenti a un divieto con incarichi camuffati, in particolare di consulenza e studio, con cui di fatto si sono finora attribuiti incarichi direttivi.
Le nomine vietate sono quelle successive all’entrata in vigore del decreto e vale per tutti i pensionati, compresi quelli degli organi costituzionali, i quali ultimi si devono adeguare alle nuove norme nell’ambito dello loro autonomia.
Nella circolare si invitano le amministrazioni anche a non dare incarichi a persone prossime alla pensione, a meno di non optare per la gratuità. Una carta, quest’ultima, prevista dalla norma e che consente il superamento di tutti i divieti indicati solo a patto che, appunto, l’incarico sia gratuito, non più lungo di un anno e non sia prorogabile né rinnovabile.
Il Sole 24 Ore – 25 novembre 2014