È stata pubblicata la relazione tecnica per l’anno 2017 dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Il 2017 è stato caratterizzato da una grave epidemia di influenza aviaria sostenuta da un virus A, sottotipo H5N8 ad alta patogenicità (HPAI) che ha coinvolto gran parte dell’Europa. A livello nazionale il territorio maggiormente colpito è stato il nord dell’Italia, dove è più rilevante la concentrazione di allevamenti avicoli industriali. In totale sono stati confermati 83 focolai di infezione in allevamenti domestici e 13 in uccelli selvatici (sia stanziali sia migratori).
Per quanto riguarda le malattie da vettori, sono stati confermati 14 casi di Blue tongue (BTV8) in allevamenti di bovini in Regione Friuli Venezia Giulia (province di Gorizia, Pordenone e Udine) e 11 in Regione Veneto (province di Belluno, Verona, Padova e Treviso). L’altra malattia a trasmissione vettoriale che negli ultimi dieci anni ha interessato il nord est italiano, è la West Nile Disease (WND). Al 31 ottobre, sono risultati positivi per WND (Lineage 2), 22 pool di Culex pipiens catturati in 14 siti e sono state identificate positività sierologiche in 61 equidi appartenenti a 30 aziende delle province di Padova, Rovigo, Verona e Venezia.
Per quanto riguarda la produzione analitica dell’IZSVe, nel 2017 sono stati eseguiti complessivamente 1.652.642 esami di laboratorio, con una riduzione (-10.6%) rispetto al 2016. In particolare, appare evidente il trend in diminuzione degli esami svolti nell’ambito dei piani di sorveglianza ed eradicazione delle malattie infettive soggette a piano (-20.2%). La citata contrazione del numero di esami è sempre correlata agli standard sanitari delle popolazioni animali del Triveneto che ha comportato una riduzione dell’intensità dei piani di sorveglianza attiva nei confronti di patologie quali IBR (-38%), Blue tongue (-83%), brucellosi (-18%), leucosi bovina enzootica (-33%), paratubercolosi (-26%) e trichinellosi (-17%), mentre, a seguito dell’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità, è aumentato di circa sei volte (da 4.800 a 26.000 test) il numero di PCR effettuate per la diagnosi di questa malattia. Complessivamente il settore della sicurezza alimentare rappresenta il 14% dell’attività analitica e nel 2017 ha registrato un +0.6% rispetto al 2016, consolidando l’incremento di attività realizzato negli ultimi anni.
L’attività dell’IZSVe non può però essere quantificata in modo esaustivo solo considerando il numero di esami di laboratorio effettuati per anno. Infatti, molte attività strategiche dell’Ente, quali gli studi e le indagini epidemiologiche, l’analisi del rischio, il supporto tecnico-scientifico alle Autorità sanitarie a livello internazionale, nazionale e territoriale, l’attività di ricerca e la produzione scientifica, le azioni avviate per la tutela del benessere animale, la formazione, la comunicazione e gli interventi assistiti con gli animali (IAA) non rientrano in questo schema di quantificazione.
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Fonte: IZSVE