Come ha notato Giulio De Petra, nel recente convegno “Le politiche per l’Italia digitale”, l’aspettativa di un «intenso utilizzo delle tecnologie digitali come condizione abilitante per un radicale rinnovamento della PA» è stata costantemente delusa negli ultimi anni. Con la necessità di fare presto ci si aspetta che i ben sei ministri partecipanti a Forum PA 2014 – dallo slogan “Prendere impegni” e “trovare soluzioni” – siano d’accordo nell’analisi e rompano gli indugi per un’Amministrazione allineata ai tempi soprattutto nei due argomenti-chiave “identità’ e “documentazione digitale”.
La questione “identità digitale” sarà protagonista del convegno di martedì 27 maggio “Sistema pubblico di identità digitale e Anagrafe nazionale: prospettive, vantaggi, problemi di implementazione” coordinato da Cinzia Torraco (Direttore Centrale per i servizi demografici – Ministero dell’Interno). Lo SPID, Servizio Pubblico di Identità Digitale, introdotto con L. 98/2013 – non un esempio di semplificazione – prevede due “concetti di identità” ed è pensato per la vita online, nonostante le esigenze di autenticazione nella vita materiale e immateriale siano spesso indistinguibili. Utilizzare un servizio telematico come Uber, ad esempio, significa agire nel mondo immateriale e contemporaneamente in quello fisico degli spostamenti in auto. Ancora, per l’ingresso in uno stadio occorre essere identificati ed esibire un biglietto, magari “digitale” comprato telematica-mente: viene spontaneo pensare di farlo utilizzando il “documento digitale unificato” (DDU), che sostituirà la carta di identità e la tessera sanitaria, ed un’anagrafe online degli italiani, visitabile in tempo reale. Il database unico è già previsto dal DPCM n.109/2013, si chiamerà “Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente” ed entro il 31 dicembre 2014 subentrerà alle anagrafi comunali.
PERICOLI E RIMEDI La sicurezza, naturalmente, è necessario collante dell’innovazione telematica. Le tecnologie disponibili ci sono, spesso manca la conoscenza del rischio e la consapevolezza delle responsabilità. Se ne parlerà nella prima mattinata di martedì 28 nel convegno “Politiche e tecnologie per la cybersecurity e la sicurezza delle reti” coordinato da Roberto Baldoni (Ordinario di Sistemi Distribuiti, Facoltà di Ingegneria dell’Informazione – Università Sapienza). Dalle ore 15 di martedì 27, invece, Maria Pia Giovannini (Responsabile Area regole, Standard e Progetti Innovativi – Agenzia per l’Italia Digitale) affrontera la questione “documentazione digitale” in “Lo switch-off al digitale è possibile – Il documento elettronico e la sua conservazione alla luce della recente normativa”. Le norme di principio da anni vigenti sono ora affiancate da più puntuali regole tecniche, imposte a partire da ottobre 2015 in particolare dal DPCM 3 dicembre 2013. E’ indubbio, però, che il recente “decreto del fare” (L.98/2013) sia pure fondamentale, ad esempio per l’introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).
LA SAPIENZA Interverrà anche Mariella Guercio (Docente di gestione documentale – Università Sapienza, Digilab) la quale, alle 9.00 del 28 maggio, gestirà un’ulteriore, specifico incontro dal titolo “La gestione informatica dei documenti come strumento di qualità e di trasparenza: il caso della Sapienza”. In un’organizzazione così grande e complessa, infatti, risulta evidente la rilevanza dell’obbligo di formazione degli archivi digitali previsti dal DPCM dello scorso dicembre. La prima università della Capitale vuole fare di necessità virtù, utilizzando il “fascicolo digitale” anche come occasione e strumento di riorganizzazione della documentazione e del lavoro.
Messaggero di martedì 27 maggio 2014