Levata di scudi nella commissione sanità, impegnata a discutere il nuovo piano sanitario, contro le dichiarazioni del presidente Luca Zaia. A non aver gradito le sue esternazioni sulla riorganizzazione delle Usl in scala provinciale non solo i consiglieri di opposizione, ma anche quelli di maggioranza. Il governatore però insiste: «Non sono intoccabili». Intanto è stata presentata la bozza del segretario Mantoan di revisione della rete ospedaliera. Gli ospedali saranno divisi in sei livelli, dall’alta specialità (i capoluoghi più le Ao di Padova e Verona) alla riabilitazione. Villafranca sarà declassata a punto di primo intervento (ambulatori con medico h24 e ambulanza per trasferire il paziente se grave altrove), Este e Arzignano diventano ospedali nodi di rete con solo pronto soccorso e medicine come Jesolo. Schio sotto Thiene. Leggi l’articolo del Corriere Veneto
La V Commissione sanità si ribella al governatore. O meglio all’idea che Luca Zaia ha espresso in tema di razionalizzazione delle Asl, lanciando sul piatto, in un’intervista al Gazzettino, la proposta di ridurre le 21 Asl a 7, una per provincia. La levata di scudi dei consiglieri (non tutti, Lega, Verso Nord e Idv pur con diverse motivazioni non archiviano la proposta del presidente) è pesante: e tra il ritiro del Piano lanciato dal Pd, l’invito ad assumersi le proprie responsabilità dell’Udc e la richiesta di non stravolgere le carte in tavola di Pdl, la proposta-Zaia viene rispedita al mittente, assieme all’opportunità di non innescare ora, a bocce ormai quasi ferme, un ulteriore dibattito su un Piano praticamente chiuso.
Ma Zaia rilancia: è o non è prerogativa del presidente aprire un democratico dibattito? «Rispetto le idee di tutti, e non capisco per quale motivo ogni consigliere possa dire la sua e il sottoscritto, che mi risulta essere consigliere eletto, non possa invece esprimere una opinione – commenta il presidente Zaia – Ogni volta il mio intervento viene letto come un ingresso a gamba tesa, o mancanza di rispetto per il consiglio. C’è lesa maestà quando c’è maleducazione, non rispetto dei ruoli e prevaricazione. Questo non c’è mai stato e in democrazia si ascoltano le idee di tutti. Ho il massimo rispetto per il consiglio e penso di averlo dimostrato con la stagione delle riforme». E allarga il tiro: «Ne ho rispetto al punto tale che so di avere davanti un consiglio che può in totale autonomia non solo ridurre le Asl, ma anche raddoppiarle».
E mentre Dario Bond (Pdl) assicura che il suo partito non «intende introdurre questa variabile» e il presidente della V commissione Leonardo Padrin ricorda che «il piano presentato dalla giunta non prevede tagli di Asl», il governatore Zaia riformula la sua proposta: «Confermo che la mia personale posizione, nel rispetto del Consiglio sia quella di arricchire il dibattito, proponendo una riflessione profonda sul fatto che l’attuale numero di Asl sia abbondante rispetto al contesto veneto. – ribadisce – Non lo dico solo io. Lo dicono i sindacati dei lavoratori, le forze esattoriali, tutti coloro con i quali ci confrontiamo: o non li sentiamo mai o li sentiamo sempre. Questo non vuol, dire consegnare la politica alle associazioni, ma avere coscienza di ciò che si sta facendo».
E nel coro dei no ieri in V commissione anche quello dell’Udc, con Raffaele Grazia. «Non vorrei che il nuovo piano sociosanitario si bloccasse perché qualcuno, sull’altra sponda del canale, ha lanciato la solitaria idea delle 7 Asl provinciali – ha detto – Condivido le impostazioni attuali del Piano e la forza politica che rappresento non intende affossarlo». Il ritiro del Piano è stato invece suggerito da Claudio Sinigaglia del Pd. «Numero e confini delle Asl non sono accessori – ha detto – Se Zaia ha in mente un altro modello, ritiri il Piano e ne presenti un altro». Laura Puppato (Pd) invoca addirittura il “bonus”, cioè il diritto che i singoli gruppi hanno per una sola volta di discutere il provvedimento in aula senza tempi contingentati.
Il presidente Zaia dal canto suo invita i consiglieri a fare una riflessione. «Temo che l’agitazione che si è creata rischi di bloccare una analisi serena – sottolinea – Mi chiedo cosa ci sia di male nel fare dei ragionamenti. Ad esempio, se il consigliere della provincia di Belluno è convinto che due Asl siano la condizione migliore per gestire la provincia, questo non significa che questa regola possa valere per le altre 6 province, Non vorrei che per difendere una posizione giusta, si usasse una regola che va bene per quella provincia, ma non per le altre».
A favore della proposta Zaia Federico Caner (Lega) che ha sottolineato come il governatore «abbia espresso una propria proposta». Aperture anche da Verso Nord che attraverso Diego Bottacin sostiene che l’esame del nuovo Piano deve proseguire «senza veti, nè tabù”, discutendo tutto, compreso il numero degli ospedali, delle Asl e dei posti letto». Propenso a rivedere il numero delle Asl, portandole a 7, Antonino Pipitone dell’Idv (Gazzettino – 4 febbraio 2012)
Sanità regionale: in vista un «taglio» dei Pronto soccorso
Lunga giornata di lavoro ieri per la commissione «Sanità» del Consiglio regionale, guidata da Leonardo Padrin (Pdl), che deve dare il via libera al Piano sociosanitario del Veneto. Argomento clou, la revisione della rete degli ospedali veneti, a cominciare dai punti di emergenza-urgenza. È stata presentata prima di tutto la fotografia attuale: 44 sono le strutture che in Veneto sono dotate di pronto soccorso (esclusi i punti di «primo soccorso»). Ma non tutte sono dotate delle strutture e dei professionisti necessari per espletare le funzioni loro attribuite.
«Ci è stato spiegato che il nuovo piano», racconta Stefano Fracasso (Pd), «intende garantire in Veneto, ogni 200 mila abitanti circa, una vera struttura idonea di pronto soccorso, quindi dotata 24 ore su 24 anche di radiologo, chirurgo, anestesista e di tutte le strutture necessarie. Basta fare due calcoli per capire che, visto che il Veneto ha cinque milioni di abitanti e tenuto conto che ci sono zone particolari come la montagna o la costa, è facile pensare che si arrivi a circa 30 strutture di questo tipo. Significa che nella situazione attuale ce ne sono 14 da non confermare. Per questo abbiamo chiesto che alla prossima riunione della commissione ci venga presentata una mappa più precisa di quale è il piano della Giunta Zaia per i punti di urgenza-emergenza».
Del futuro che sarà dato agli attuali ospedali (in pratica, quali reparti e specializzazioni avrà ciascuno: è il contenuto delle cosiddette «schede») si parlerà, è stato detto, solo dopo l´approvazione del Piano. Ma per evitare che qualcuno intanto vada avanti per conto suo, Padrin ha proposto uno stop temporaneo per tutti i nuovi interventi strutturali negli ospedali veneti fino a che non sarà approvato il nuovo Piano sociosanitario. La commissione però farà una lista di quelli interventi già avviati per cui non varrà lo stop (L’Arena – 4 febbrario 2012).