E’ un giudizio non del tutto critico quello che il consigliere del PD, Bruno Pigozzo, da al nuovo Piano socio-sanitario regionale all’indomani della sua approvazione in aula.
“Con il nuovo piano socio-sanitario – dichiara l’esponente democratico – non mancano gli aspetti positivi per la provincia di Venezia, raggiunti anche grazie alle correzioni ed ai miglioramenti ottenuti con i nostri emendamenti. Ma ci sono ancora numerose questioni aperte che dovranno essere affrontate con la definizione delle schede ospedaliere e territoriali. “Tra gli aspetti positivi il mantenimento dei parametri della specificità lagunare per Venezia e Chioggia ed il fatto che l’ospedale Civile veneziano sia stato inquadrato come ospedale di rete. Senza tralasciare che è stato confermato l’assetto territoriale degli ospedali di rete per acuti su più sedi per le aree di Dolo-Mirano e San Donà-Portogruaro”. L’esponente democratico tuttavia sottolinea le zone d’ombra che hanno portato il PD ad esprimere il voto contrario all’approvazione del Piano. “Rimane irrisolta la questione relativa alla piena ed efficiente integrazione socio-sanitaria. Per non parlare dell’atteggiamento pregiudiziale della maggioranza verso il sociale, inteso come fonte di nuova spesa e non come area strategica su cui riorganizzare i servizi ed ottimizzare le risorse esistenti. Grave inoltre il loro rifiuto nel voler definire i Liveas (livelli essenziali di assistenza sociale)”. Pigozzo si richiama quindi ai prossimi passaggi cruciali per il veneziano: “bisognerà fare chiarezza ed individuare, in sede di definizione delle schede, le strutture intermedie per i post-acuti, il ruolo dei centri di Jesolo e Noale, la riorganizzazione e le funzioni delle strutture private di Mestre, Venezia e San Donà, le dotazioni standard del personale e delle attrezzature con i relativi finanziamenti. Non da ultima va risolta la questione del rapporto tra gli ospedali di rete e quello dell’Angelo di Mestre, struttura di riferimento provinciale: bisogna evitare il declassamento dei primi, valorizzandone invece il ruolo e le specializzazioni rispetto al polo ospedaliero provinciale. Dunque il lavoro non si ferma qui. Anzi, vanno moltiplicati al massimo l’attenzione e l’impegno, che da parte nostra non è mai venuto meno, per un confronto serio sul merito delle schede. Questo – conclude – per garantire ai cittadini risposte e servizi appropriati”.
22 giugno 2012