Con le repliche del presidente della commissione Sanità Leonardo Padrin, del correlatore Claudio Sinigaglia e dell’assessore alla sanità Luca Coletto, si è concluso il dibattito generale
L’aula passa ora all’esame degli articoli e della consistente manovra emendativa presentata. I lavori del Consiglio si possono seguire in diretta on line
L’assessore Luca Coletto (Lega) ha difeso, in nome del principio di responsabilità, l'”oggettiva” titolarità della Giunta nel gestire l’applicazione del piano, attraverso le schede di programmazione e la nomina del direttore generale della Sanità e dei vertici delle Ulss. “Il governo della sanità – ha spiegato – deve rimanere saldo nelle mani del presidente della Regione e della Giunta. La spesa sanitaria è fuori del patto di stabilità e la Regione ne risponde direttamente al Ministero dell’economia e delle finanze. Eventuali piani di rientro imposti dal Mef a seguito di un disequilibrio dei conti ci imporrebbero di cancellare i servizi extraLea (cioè aggiuntivi rispetto ai livelli essenziali di assistenza, ndr) che il sistema veneto garantisce ai suoi cittadini. Un ‘tesoro’ che vale 130 milioni di euro e che va tutelato nell’interesse dei nostri cittadini”. Coletto ha, inoltre, specificato che un eventuale sforamento dell’equilibrio di bilancio imposto dal ‘tavolo’ presieduto da Francesco Massicci (Ragioneria dello Stato), comporterebbe l’immediato commissariamento della Giunta e l’ineleggibilità del presidente della Regione. “Gli emendamenti che ho presentato – ha chiarito – non sono né contro la Giunta, né contro il Consiglio. Sono stati suggeriti dagli uffici legislativi, sulla base di fonti normative certe, per dare certezza alla gestione della sanità veneta”. Allo stesso modo l’assessore ha motivato la necessità di istituire il fondo per gli investimenti sanitari, previsto da un apposito emendamento presentato ieri della Giunta: “In un quadro di risorse disponibili calanti e di preannunciati tagli ai trasferimenti statali – ha spiegato Coletto – è compito della Giunta prevedere risorse dedicate a investimenti in strutture e tecnologie. L’istituzione del fondo ci consentirà di iniettare per i prossimi 25 anni risorse nei bilanci delle Ulss non per coprire i debiti ma gli ammortamenti non sterilizzati (cioè gli investimenti fatti nei project e nelle strutture) i cui oneri attualmente pesano sulla spesa per i livelli essenziali di assistenza. Riusciremo così a ridare ossigeno ai bilanci delle Ulss e a diminuire i tempi di pagamento delle aziende sanitarie verso i loro fornitori”.
Padrin e Sinigaglia, dal canto loro, hanno difeso il lavoro operato dalla commissione sulla bozza di piano. Per il relatore Leonardo Padrin (Pdl), che ha depositato nuovi emendamenti, “la bozza uscita dalla commissione è coerente e fa chiarezza tra ruoli di gestione, di programmazione e di controllo. Il piano elaborato dà certezze al sistema sociosanitario e ne assicura il futuro”. Anche Claudio Sinigaglia (Pd) ha ribadito la necessità di conservare l’impianto definito dalla commissione, facendo attenzione, però, a introdurre correttivi per snellire le liste di attesa. Sinigaglia ha difeso la scelta fatta dalla commissione di affidare al Consiglio la nomina del segretario generale della Sanità dal Consiglio e di sottoporre i direttori generali delle Ulss alle valutazioni annuali delle conferenze dei sindaci. Il relatore di opposizione ha inoltre contestato la proposta di Coletto di eliminare la contestualità tra schede ospedaliere e schede territoriali e di esautorare la commissione dal parere obbigatorio e vincolante, definendola “una pugnalata al Consiglio, alla commissione e allo stesso piano sociosanitario”.
Arv – 14 giugno 2012