Più richieste, più prenotazioni e un mare di telefonate. La paura che i figli si ammalino di meningite, spinta dai recenti casi nazionali saliti alle cronache, è esplosa in queste settimane con le Usl veneziane «assediate» dalle richieste dei genitori e quasi 6 mila nuove vaccinazioni prenotate per i prossimi due mesi.
«Ci hanno chiamato in moltissimi in questi giorni, soprattutto genitori, per chiedere informazioni, tanto che già dalla scorsa settimana è stato potenziato il servizio di accoglienza telefonica – spiegano dall’Usl 3 Serenissima – Abbiamo risposto alle loro domande, consigliando però di sentire i medici di base e dando disposizioni ai medici stessi per fornire nelle prossime settimane ulteriori informazioni». Non solo. A fronte dell’ingente richiesta, il dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria veneziana ha potenziato anche l’attività del servizio vaccinale, ampliando le fasce orarie in più sedi.
«L’Usl invita chi desidera vaccinarsi, ed è al di fuori delle fasce di età e di rischio prioritarie, a verificare prima l’opportunità con il proprio medico di famiglia – spiegano dall’azienda – gli utenti che, fatto questo passaggio, intendano ancora richiedere la vaccinazione possono prenotare telefonicamente ai numeri di telefono del Servizio igiene e sanità pubblica». Un passaggio dovuto, questo, per superare la fobia e comprendere se la vaccinazione sia veramente necessaria. L’Usl Serenissima prevede, con l’ampliamento d’orario e di sedi, di riuscire a coprire nei prossimi mesi 2 mila richieste aggiuntive che si sommeranno a quelle «regolari» che il dipartimento copre ogni anno.
Stessa velocità e stesse richieste anche nell’Usl 10. Più di 3500 le vaccinazioni previste per gennaio (2218) e febbraio (1339). Si tratta di vaccinazioni somministrate sia a bambini che ad adulti, contro il meningococco del gruppo A, C, W e Y e gruppo B, e che sono però aggiuntive rispetto alle ordinarie immunizzazioni offerte gratuitamente ai neonati. «Si tratta di un numero di richieste molto elevato – spiega il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Usl 10 Luigi Nicolardi – la causa? Un’acutizzazione della paura della malattia dopo i casi che si sono verificati in Italia, non giustificata però dall’attuale condizione epidemiologica, visto che la situazione è sotto controllo». Ma la paura si fa sentire lo stesso. Tant’è che per rispondere alla straordinaria richiesta anche il dipartimento di prevenzione dell’Usl 10 ha ampliato l’attività degli ambulatori, estendendo l’orario anche al sabato mattina a partire dal 14 gennaio: per il territorio sandonatese sarà in via Trento a San Donà di Piave, mentre per il portogruarese negli ambulatori dell’ex Sils a Portogruaro.
Di qualche giorno fa il calcolo delle nuove richieste anche per il trevigiano, che ha previsto un aumento di 3 mila vaccinazioni rispetto alle richieste standard degli scorsi anni. «In Veneto l’andamento dei casi di meningite rientra nella media annuale regionale e nazionale e non desta particolari preoccupazioni – ha detto nei giorni scorsi l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto – La maggioranza dei casi registrati tra il 2014 e il 2016 in Veneto riguarda la meningite da pneumococco, che non è contagiosa e non richiede azioni di profilassi sui contatti». Tra il 2007 e il 2016, il 53,9% dei casi è stato relativo a meningite da pneumococco. Nel 2015 i casi totali sono stati 105, dei quali 78 da pneumococco; nel 2016 appena concluso i casi sono stati 133, 98 dei quali da pneumococco.
Il Corriere del Veneto – 10 gennaio 2017