Emendamento al decreto. Confermati i requisiti delle future amministrazioni provinciali (350.000 abitanti e 2.500 chilometri quadrati), ma non saranno ‘cancellate’ quelle attuali: ogni Regione farà un suo piano di riordino. Criterio di contiguità territoriale per i comuni che si vogliono spostare. Si allungano i tempi
Confermato il dimezzamento delle province, ma cambiano le modalità: niente ‘cancellazioni’ di quelle più piccole ma un riordino generale di tutti gli enti deciso dalle Regioni. La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento al decreto della spending review proposto dai relatori Paolo Giaretta (Pd) e Gilberto Pichetto Fratin (Pdl). E via libera è stato dato anche a un subemendamento del Pd che prevede il criterio della contiguità territoriale per i comuni che si vogliono spostare da un ambito provinciale a un altro.
Giaretta ha spiegato che si tratta di un generico cambiamento “linguistico” che si è prodotto per “non dare la sensazione che ci fossero province che vincono e altre che perdono”. Lo staff del ministro patroni griffi assicura perciò che le piccole province non potranno salvarsi dal taglio.
Cosa cambia. La mappa delle province cancellate 1 che è circolata nei giorni scorsi non è quindi più valida. I requisiti minimi delle future nuove province rimangono quelli già indicati dal governo, e cioè 350.000 abitanti e 2.500 chilometri quadrati. “Il riordino – ha detto il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi – non è una norma di solo risparmio, ma una vera riforma strutturale. Spero saremo tutti in grado di guardare avanti e superare gli scetticismi”.
L’emendamento prevede che siano le Regioni a proporre il riordino delle amministrazioni provinciali, con una proroga dei termini di scadenza: 70 giorni e non 40 per i Cal, fino a 90 giorni per la trasmissione dei piani al governo e 60 invece di 20 dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto per il governo per adottare la legge di riordino.
Sull’allungamento dei tempi per gli enti locali, per Patroni Griffi “è giusto coinvolgere le regioni fino a dove lo prevede la costituzione”. Le regioni, come detto, dovranno rispettare i parametri di popolazione e territorio fissati dal governo, ma anche la volontà di spostamento dei comuni da una provincia ad un’altra, pur rispettando il criterio di contiguità territoriale, come previsto dal subemendamento del Pd. “Credo che ci saranno riordini che andranno ben oltre i requisiti minimi”, ha precisato Patroni Griffi.
Rete scolastica e gestione dell’edilizia scolastica saranno di competenza provinciale. Nella modifica approvata, anche 100 milioni di euro che arriveranno dal fondo per i rimborsi fiscali alle imprese. Saltata invece – anche visto l’eme l’annunciata norma ad hoc per le province di Terni, Matera e Isernia.
ilsole24ore.com – 28 luglio 2012