E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto legge 28 giugno 2012, numero 98, «Proroga di termini in materia sanitaria», approvato martedì dal Consiglio dei ministri, che sancisce che la libera professione intramoenia allargata è prorogata al 31 ottobre. Il provvedimento è entrato in vigore lo stesso giorno della pubblicazione. «Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di adottare misure finalizzate ad assicurare e garantire l’ordinato svolgimento delle attività connesse ai bisogni di salute, con particolare riguardo all’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria – è scritto nel provvedimento – il termine del 30 giugno 2012 di cui all’articolo 10, commi 2 e 3, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, è ulteriormente prorogato al 31 ottobre 2012».
Con lo stesso decreto si prorogano fino all’entrata in vigore del Dpr previsto dal collegato lavoro per regolamentare le materie non coperte da riserva di legge assoluta – ma non oltre il 31 dicembre 2012 -, anche gli organi collegiali e gli altri organismi che operano presso il ministero della Salute (l’elenco è riportato in allegato al decreto).
Infine, nel Dl è previsto un decreto della Salute per rinnovare la composizione del Consiglio superiore di sanità, nominando il presidente e i componenti non di diritto, riducendo questi ultimi al numero di quaranta.
Da qui al 31 ottobre è atteso un provvedimento del ministro Balduzzi, già annunciato e circolato in bozza tra gli addetti ai lavori, che dovrebbe “sanare” definitivamente la questione. Ma manca ancora il parere delle Regioni e soprattutto bisognerà evitare di creare due “intramoenie”. Una regolare ed esercitata all’interno delle strutture pubbliche e un’altra meno stringente, esercitata al di fuori, seppur con maggiori controlli rispetto ad oggi. Questo doppio binario sarebbe infatti uno smacco per chi, Regioni e operatori, si sono già da tempo mesi in regola con le norme sull’intramoeinia che, ricordiamolo, risalgono al 1999.
Fino a qualche giorno fa si attendeva un provvedimento articolato sull’attività libero professionale intramuraria che, oltre a sancire una proroga del regime transitorio in attesa del completamento degli spazi dedicati, inseriva anche altre norme per rendere più trasparente e verificabile l’esercizio dell’attività professionale dei medici in questa particolare forma, giustificata dal fatto che in alcune Regioni non sono stati ancora allestiti quegli spazi dedicati previsti dalla riforma del 1999. Tuttavia si è registrato che i tempi ristretti necessari per evitare che scatti il blocco dell’allargata non consentivano l’emanazione di un provvedimento articolato, anche perché mancava ancora il pronunciamento fondamentale delle Regioni senza il quale non è pensabile attuare una riforma del genere.
a cura dell’ufficio stampa Sivemp Veneto – 29 giugno 2012 – riproduzione riservata