«Adesso è davvero troppo». Dai sindacati della dirigenza medica, tra cui Fvm, arriva immediata la risposta al Governo. Il servizio militare e gli anni riscattati per laurea, specializzazione e dottorati di ricerca non sono più utili per raggiungere la pensione di anzianità? I medici non ci stanno e davanti alla “proposta indecente” proclamano lo stato di agitazione. «I politici si affannano a precisare che i riscatti resterebbero utili ai fini economici per il calcolo della pensioni – spiega Costantino Troise, segretario Cosmed, la confederazione che riunisce le sigle mediche – ma non è chiaro cosa significhi questo nel sistema retributivo.
Uno scalone che allontana fino a 7 anni l’età pensionabile mentre non si conosce la decorrenza del provvedimento e di conseguenza la sorte di chi ha maturato i requisiti entro il 2011.
Il provvedimento cancellerebbe tutte le pensioni di anzianità per i medici visto che non è possibile matematicamente iniziare a lavorare prima dei 30 anni e che laurea e specializzazione sono requisito di legge. Inoltre, il mantenimento coatto in servizio fino a 66 anni porterà a un pericoloso invecchiamento della dirigenza medica, disoccupazione per i giovani e un rischio per la sicurezza delle cure agli utenti del Ssn.
30 agosto 2011