Dopo la delibera della Regione, l’avviso di Azienda zero per i liberi professionisti. Si cercano laureati per codici bianchi, specialisti e specializzandi. I candidati devono avere partita Iva. L’AVVISO
Venti giorni per trovare medici disposti a lavorare in Pronto soccorso come liberi professionisti. È il senso dell’avviso già predisposto da Azienda Zero, in attuazione della delibera regionale pubblicata venerdì scorso, che prevede di lasciar gradualmente scadere i contratti in corso con le imprese di fornitura del personale, per procedere direttamente agli ingaggi con i singoli “gettonisti” secondo tariffe calmierate. Lo schema deliberato dal direttore generale Roberto Toniolo, valido per tutte e nove le aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto, non precisa l’entità del reclutamento, ma è possibile che si punti a ingaggiare almeno un centinaio di camici bianchi.
GLI ELENCHI
Considerando i dati del 2022, le cooperative forniscono 15.490 turni da 12 ore ciascuno per le attività di Emergenza-urgenza, allo scopo di colmare le carenze di organico. Stimando una dozzina di giornate al mese per ciascun dottore, risulta che ne servano 107 per soddisfare le necessità. Una ricerca faticosa, ribadisce Azienda Zero: «Nell’ambito delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale, soprattutto in alcune strutture operative quali i Pronto soccorso, permane una difficoltà oggettiva di reperire personale medico in forma stabile mediante l’utilizzo di graduatorie di concorso o di avviso pubblico». Su proposta dell’assessore Manuela Lanzarin, la giunta Zaia ha autorizzato alcuni strumenti in deroga all’assunzione a tempo indeterminato, «per il reclutamento di risorse necessarie al fine di organizzare i servizi aziendali in modo tale da garantire il pubblico servizio e la continuità assistenziale». Per risparmiare il costo dell’intermediazione fornita dalle società esterne, parte così l’avviso di procedura comparativa per titoli e colloquio, finalizzato a stilare gli elenchi di medici idonei a cui conferire incarichi di lavoro autonomo per «Pronto soccorso e ambulatori codici minori», a cominciare dai “bianchi” e cioè dai casi meno gravi nella scala del triage che culmina nei “rossi”. Successivamente potrà toccare anche agli altri reparti.
I REQUISITI
La durata del contratto verrà determinata dalla singola Ulss, «sulla base delle necessità assistenziali». Sono invece già stabiliti i compensi orari per i medici, anche già in pensione, che non possono essere dipendenti pubblici ma devono avere la partita Iva: 80 euro per gli specialisti in Medicina di emergenza-urgenza; 60 euro per gli strutturati di altre discipline o per gli idonei all’esercizio di attività di medico dell’emergenza sanitaria territoriale; 40 euro per gli specializzandi o per i semplici laureati dedicati agli ambulatori codici minori. Viene confermato un eventuale incremento del 30% negli ospedali caratterizzati da criticità come «le limitate dimensioni e la collocazione in aree periferiche». Per quanto riguarda i requisiti, gli aspiranti “gettonisti” devono essere cittadini italiani o europei, oppure loro familiari con diritto di soggiorno; nel caso di medici extracomunitari, devono avere il permesso di soggiorno di lungo periodo o lo status di rifugiati, con «adeguata conoscenza della lingua italiana, che verrà accertata dalla Commissione Esaminatrice in sede di colloquio». I candidati devono essere laureati iscritti all’albo, possono essere specialisti o specializzandi, oppure devono aver maturato almeno 3 anni di servizio anche non continuativo fra il 2013 e il 2023; se destinati a gestire solo i codici bianchi, non è necessario che i laureati abbiano un’esperienza pregressa in attività analoghe.
LA SOFFERENZA
Quanti medici sul mercato si faranno avanti? Le speranze della Regione sono riposte in loro, per garantire l’erogazione delle prestazioni nei reparti maggiormente in crisi. Sottolinea infatti Giovanni Leoni, presidente del sindacato Cimo Fesmed Veneto: «Ci troviamo di fronte agli ambiti più in sofferenza a livello ospedaliero per carenza di vocazioni e condizioni di lavoro, numero mensile di guardie e reperibilità, un sistema con alta percentuale di urgenze, anche contemporanee, nel turno di lavoro del singolo medico e relativo stress sistematico perdurante». Leoni non biasima chi sceglie di diventare “gettonista” per la fatica della dipendenza. «Ma a tutti noi cittadini rimarca servono i medici che ad ogni ora del giorno e della notte siano presenti e si dedichino alle cose più difficili, medici che si sentano parte di una équipe in cui esiste una uniformità di comportamenti ed in cui si sviluppi giorno dopo giorno una costante crescita professionale».
Il Gazzettino