Anche se non sono specializzati potranno partecipare ai concorsi delle Asl per l’assunzione di medici di emergenza-urgenza.
Uno degli emendamenti al Dl semplificazioni dedicati alla sanità introduce una sanatoria che non piace ai rappresentanti degli specializzandi. In pratica si permette a chi dopo la laurea ha avuto contratti da precario con strutture pubbliche dell’emergenza di essere sullo stesso piano di chi ha fatto cinque anni di specializzazione.
L’unica condizione è che il lavoro sia durato almeno quattro anni, anche non consecutivi, degli ultimi dieci.
Il provvedimento vuole dare respiro a uno dei settori dove le carenze sono più importanti, quello dei pronto soccorso e dei 118, introducendo un’apertura a tutti i professionisti che hanno operato in quel campo per un periodo ritenuto adeguato.
La novità è stata accolta da Cosmeu, che rappresenta appunto i giovani che stanno facendo il percorso di studi post-laurea nel settoredell’emergenza-urgenza, con «frustrazione, rammarico e rabbia». Però, spiegano, «non siamo sorpresi. Avevamo proposto al ministero una serie di soluzioni per migliorare i problemi di organico e avevamo trovato di fronte un atteggiamento possibilista. I fatti invece hanno drasticamente smentito le buone intenzioni: ancora una volta è stata avanzata una soluzione una tantum che sana l’esistente e non aspira al raggiungimento di soluzioni strutturali di qualità per il paziente».
Secondo Stefano Guicciardi, presidente nazionale di Federspecializzandi, che raccoglie invece i medici in formazione di tutte le discipline «bisognerebbe aumentare drasticamente il numero delle borse e redistribuirle nelle aree critiche. E invece così si dequalifica il percorso formativo specialistico medico che viene intrapreso ogni anno da migliaia di professionisti. Ci preoccupa che questa impostazione possa essere estesa in futuro ad altre specializzazioni».
Michele Bocci – REpubblica