Una riforma all’insegna del mercato e del rafforzamento dell’agricoltura europea. Il 2018 comincerà con molte novità per la Politica agricola comune (Pac). Giovedì sera a Bruxelles è stato raggiunto l’accordo definitivo per una profonda modifica della Pac, arrivata a metà strada della sua applicazione, che scadrà nel 2020. E ieri il Commissario europeo all’Agricoltura, l’irlandese Phil Hogan, ha approffittato del G7 dei ministri agricoli in corso a Bergamo per annunciare la nuova svolta della Pac. Al suo fianco il ministro italiano Maurizio Martina e il relatore e capo della delegazione negoziale, Paolo De Castro. La riforma – come spiega lo stesso De Castro – è entrata nel così detto pacchetto Omnibus di interventi in altri settori dell’economia (trasporti, tlc, ecc.) e andrà a cambiare numerosi aspetti della Pac. «L’accordo raggiunto – aggiunge De Castro – costituisce un risultato importante per i nostri agricoltori. Vengono risolti problemi strutturali dell’impostazione del 2013, e vengono offerte nuove opportunità agli agricoltori, soprattutto per affrontare le turbolenze del mercato. Sotto il profilo del rapporto tra agricoltura e società l’obiettivo della semplificazione è stato raggiunto senza sacrificare gli effetti positivi sull’ambiente, che sono stati alla base del disegno approvato nel 2013».
Tre i principali capitoli su cui si impernia la riforma: la semplificazione del così detto greening; il rafforzamento delle misure per i giovani; le misure di mercato. Importante anche la gestione dei rischi per la quale «il Parlamento è riuscito ad estenderla alle assicurazioni, portando al 20% la perdita di prodotto necessaria per l’attivazione, ha innalzato dal 65 al 70% l’intensità del contributo pubblico, e introdotto la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite».
Cambia il greening
Resta intatta la valenza ambientale e colletiva dei pagamenti diretti. Il Parlamento Ue ha lavorato soprattutto sulla diversificazione delle colture e sulle aree di interesse ecologico. Sul primo tema sono state apportate semplificazioni rilevanti per le colture sommerse (riso), per le quali si allentano i limiti originariamente imposti. Inoltre, per tutti gli agricoltori che investono oltre il 75% della propria superficie agricola in leguminose e foraggere e per tutti coloro che lasciano a riposo oltre il 75% della loro superficie l’obbligo viene cancellato, indipendentemente dall’ampiezza dell’azienda, risolvendo il problema dei medicai. L’obbligo del focus ecologico viene eliminato per tutti coloro che lasciano a riposo oltre il 75% della loro superficie e viene valorizzato il ruolo ambientale delle azoto fissatrici.
Più possibilità ai giovani
L’obiettivo è stato quello di valorizzare il ruolo dei giovani agricoltori nei pagamenti diretti, dando nuovo vigore e intensità (gli Stati membri la potranno raddoppiare) al cosiddetto pagamento giovani introdotto nel 2013, che seppure condivisibile nelle intenzioni, restava ancora troppo timido negli effetti secondo il Parlamento. Si mantengono e rafforzano gli impegni sugli aiuti accoppiati, dando la possibilità agli agricoltori di incrementare i propri livelli produttivi e agli Stati membri di rivedere annualmente i settori beneficiari, in chiave anti-ciclica.
Gestione dei rischi
Prendendo spunto dalla proposta della Commissione di abbassare la soglia di indennizzo contemplata per il nuovo meccanismo di stabilizzazione dei redditi settoriale, il Parlamento è riuscito ad estenderla alle assicurazioni, portando al 20% la perdita di prodotto necessaria per l’attivazione, ha innalzato dal 65 al 70% l’intensità del contributo pubblico, e introdotto la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite.
Misure di mercato
Lo sforzo è andato nella direzione di dare maggiore forza contrattuale alle formule organizzative degli agricoltori. Così Op e Aqp operanti nel settore lattiero caseario potranno avvalersi della contrattualizzazione scritta obbligatoria, e le misure del pacchetto latte vengono estese oltre il 2020, eliminando la valenza temporanea delle stesse. Tali prerogative vengono inoltre estese a tutti i produttori e a tutte le Op e Aop. Queste formule organizzative vengono rafforzate dall’accordo e viene, in linea generale, consolidato il loro protagonismo all’interno delle relazioni contrattuali di filiera, derogando il settore agricolo dalle regole sulla concorrenza che riguardano la produzione, la vendita e la trasformazione dei prodotti agricoli, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un trasferimento di proprietà del prodotto dagli agricoltori all’Op.
Roberto Iotti – Il Sole 24 Ore – 15 ottobre 2017