Le malattie dell’alveare rivestono un ruolo sanitario importante per l’apicoltura, in quanto favoriscono il fenomeno della perdita di colonie. Questa situazione rischia di peggiorare in seguito all’emergenza creata da un nuovo parassita, il coleottero Aethina tumida, rilevata dal Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per la prima volta nel settembre 2014 in Calabria e successivamente in Sicilia. Questo coleottero è tuttora esotico nel resto d’Italia e in Europa, dopo il suo ritrovamento in Portogallo in una partita di api regine importate dagli Stati Uniti nel 2004.
Considerando il notevole valore economico dell’impollinazione, la possibile diffusione di Aethina tumida (a oggi presente solo in parte della Calabria) e di altre importanti malattie delle api come la peste americana e la peste europea (a carattere epidemico in Italia) e la nosemiasi (Nosema ceranae è endemico in Italia), gioca un ruolo cruciale nell’economia dell’apicoltura e nello stato sanitario degli alveari.
Va sottolineato inoltre che l’apicoltura europea è caratterizzata da notevoli differenze regionali in relazione alla perdita di colonie, peraltro non adeguatamente conosciute e segnalate, dovute a fattori esterni all’allevamento quali il clima e la gestione agronomica del territorio.
L’armonizzazione e la condivisione tra comunità scientifica e apicoltori di buone pratiche gestionali rappresenta quindi una possibile via per conoscere e prevenire la diffusione delle malattie, garantire il benessere dell’alveare e la qualità delle produzioni.
Il progetto BPRACTICES – New indicators and on-farm practices to improve honeybee health in the Aethina tumida era in Europe raccoglie questa sfida, puntando allo sviluppo di nuove pratiche per la gestione sostenibile dell’alveare.
Il progetto
Partito a febbraio 2017, nel corso dei suoi tre anni di durata il progetto BPRACTICES intende sviluppare nuove pratiche di gestione dell’alveare investendo su:
- l’applicazione di tecniche biomolecolari innovative per la diagnosi precoce delle principali malattie delle api;
- la definizione di metodi di controllo sanitario alternativi, al fine di evitare l’applicazione di trattamenti chimici e garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti dell’allevamento.
Questi nuovi metodi verranno convalidati:
- in laboratorio, con specifiche analisi e protocolli messi a punto dai partner di progetto, con la supervisione del laboratorio europeo di riferimento per l’apicoltura ospitato dall’ANSES (Francia);
- in apiario, verificando direttamente con gli apicoltori europei (coinvolti con la collaborazione di Apimonidia) l’applicabilità e funzionalità delle analisi all’interno delle pratiche routinarie di gestione dell’alveare.
Il risultato di queste attività si tradurrà nella creazione di un sistema di gestione sostenibile dell’alveare e delle produzioni, cui potrà attivamente partecipare anche il consumatore attraverso un innovativo sistema di tracciabilità delle produzioni dell’alveare basato sulla tecnologia QRCode / RFID.
BPRACTICES è gestito da un consorzio coordinato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e composto da 7 partner provenienti da paesi europei e non europei, prevalentemente istituti di ricerca, università, enti sanitari e associazioni del settore apicoltura.
Il progetto è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma per la ricerca e innovazione ERA-Net SusAn.
Il ruolo dell’IZSVe
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie è coinvolto nel progetto per:
- l’utilizzo di tecniche di ricerca sociale per indagare le conoscenze e percezioni dei consumatori in relazione alle pratiche di apicoltura, e per valutare l’efficacia del sistema di tracciabilità previsto dal progetto;
- la gestione delle attività di comunicazione, finalizzate alla promozione e diffusione delle attività e dei risultati del progetto tra i principali portatori d’interesse (apicoltori, comunità scientifica, cittadini).
Le attività saranno seguite e realizzate dal Laboratorio comunicazione della scienza della SCS7, in particolare dall’Osservatorio IZSVe, mettendo a frutto l’expertise maturata in attività istituzionale e di ricerca sulla comunicazione della scienza e sullo studio della percezione dei consumatori tramite tecniche di ricerca sociale.
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fonte Izsve – 17 settembre 2017