La crisi si fa sentire anche tra i professionisti. «Dal 2008 al 2011 c’è stato un calo di circa il 20%, ma per alcuni settori è stato anche più consistente». A dirlo è Andrea Camporese sulla base di un osservatorio privilegiato costituito dalla presidenza dell’Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati, che monitora la situazione sulla base delle dichiarazioni reddituali utilizzate per determinare i versamenti contributivi.
Le indicazioni sono emerse a margine dell’ultima giornata del Festival del lavoro, organizzato a Brescia dall’Ordine dei consulenti del lavoro e che si è chiuso ieri. I dati certificati, che si fermano al 2010, sono meno negativi: tra 2008 e 2010 il reddito medio nominale è calato del 3%, mentre quello reale del 6 per cento. La situazione, però, varia da settore a settore, con l’area giuridica che registra una caduta del 20% del reddito reale tra il 2005 e il 2010, vanificando la crescita della prima fase del quinquennio, mentre quella tecnica lascia sul terreno il 7% e quella economico sociale il 5 per cento. «Il trend si è aggravato nel 2011 e nei primi mesi del 2012 – prosegue Camporese – per i quali abbiamo dati non certificati, con riflessi particolarmente negativi per alcune categorie come i notai, per esempio, che registrano contrazioni anche del 35% nel biennio in alcune aree del paese, nord incluso, dove soffrono le conseguenze del rallentamento del mercato immobiliare».
A fronte di questi dati, Camporese ha sottolineato che le Casse di previdenza private hanno bilanci a posto: «Non chiediamo assistenza allo Stato, o un sostegno ai redditi. Le poche forme di ammortizzatori che ci sono le paghiamo in autofinanziamento. Chiediamo che ci sia attenzione al lavoro dei professionisti. I numeri dimostrano che siamo tanti e importanti, generiamo una fetta importante del Pil, mentre il tema del mancato pagamento dei debiti da parte dello Stato esiste anche verso i professionisti, che in alcuni casi attendono fino a 36 mesi. Chiediamo di essere ascoltati perché non vogliamo subire un ciclo economico negativo, ma questo dialogo finora non c’è stato». Nel corso del suo intervento al Festival del lavoro, il presidente dell’Adepp ha sottolineato anche il peso della tassazione, la più alta d’Europa, sui rendimenti finanziari delle Casse, che è stata portata al 20% «come per i fondi speculativi», e deprime il montante e le prestazioni. Un aspetto rispetto al quale «prima o poi alla Corte Ue ci andiamo perché la situazione non è sopportabile».
L’impatto della crisi sui professionisti è stato affrontato anche dalla padrona di casa del Festival, Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro: «Non usufruiamo di strumenti di sostegno al reddito che sono propri del lavoro dipendente, ma di ammortizzatori sociali se ne sente il bisogno per sostenere i colleghi in difficoltà a rimanere sul mercato». Positivo, secondo la presidente, il bilancio della tre giorni di tavole rotonde, seminari e incontri: «A fronte di una riforma del lavoro che noi giudichiamo negativamente e in cui manca un approccio di sistema, il nostro obiettivo era accendere i riflettori sul problema e non consentire che il voto di fiducia che ci sarà in Parlamento sia l’inizio dell’oblio. Ora è arrivata la promessa da parte del presidente Mario Monti che la riforma verrà modificata».
ilsole24ore.com – 24 giugno 2012