Parere del Consiglio di stato sul dpr con i nuovi parametri. L’abolizione delle tariffe non deve danneggiare le casse professionali e gli archivi notarili.
E quanto prevede il parere del Consiglio di stato n. 3576/2012 del 13 agosto 2012, che ha licenziato favorevolmente lo schema di Regolamento sulla determinazione dei parametri per oneri e contribuzioni dovuti alle Casse professionali e agli Archivi, in attuazione dell’articolo 9, comma 2, secondo e terzo periodo, del decreto-legge 1/2012. Si tratta di un derivato della abolizione delle tariffe professionali e il principio generale da perseguire è salvaguardare l’equilibrio finanziario, anche di lungo periodo, delle casse previdenziali professionali; inoltre si deve evitare una riduzione delle principali entrate dell’amministrazione degli archivi notarili (tassa archivio, tassa iscrizione al Registro generale dei testamenti e diritti per i servizi resi all’utenza), basate sulla tariffa notarile. Lo schema di regolamento mantiene un importo base di calcolo unico sia per le tasse che per i contributi; tale importo rimane graduale per gli atti di valore determinato o determinabile, mentre è stabilito in misura fissa per gli altri atti, a seconda della tipologia dell’atto. Inoltre gli importi da indicare al repertorio per il calcolo di tasse e contributi sono stati adeguati all’andamento dell’inflazione nel periodo 2001-2011 (23%). Il Consiglio di stato rileva che l’adeguamento non deve necessariamente essere pienamente corrispondente all’incremento Istat per le professioni liberali, soprattutto in un momento di crisi economica e finanziaria. Anche se la misura, più bassa del tasso d’inflazione, deve essere rimessa all’amministrazione, tenuto conto anche della finalità di salvaguardare l’equilibrio finanziario, anche di lungo periodo, delle casse previdenziali professionali. Lo schema di decreto prevede una sola tabella per i parametri determinati in misura graduale, da applicare sia per gli atti pubblici, sia per le scritture private autenticate, con allineamento agli importi previsti per gli atti pubblici. Il Consiglio di stato suggerisce, tuttavia, di conservare una riduzione per le scritture private autenticate o, comunque, di mantenere una unica tabella con importi determinati in misura inferiore e non allineati verso l’alto. Altro punto da rivedere è l’importo dovuto per il rilascio delle copie di atto carta-ceo, raddoppiato in caso di copia. Palazzo Spada chiede di valutare la congruità degli importi, tenuto conto olla ai tratta di un semplice rilascio di copie.
ItaliaOggi – 17 agosto 2012