Solo il principio attivo nella ricetta del medico. La novità introdotta nella spending review da un emendamento votato in commissione Bilancio al Senato ha fatto insorgere medici di famiglia e aziende farmaceutiche.
I medici dovranno indicare nella ricetta il solo principio attivo se per la prima volta prescrivono un farmaco a un malato cronico e nel caso di prescrizione per patologie non croniche per le quali esistono più farmaci equivalenti. Come dire: addio ai farmaci griffati, che potranno essere prescritti solo per i cronici che già lo utilizzano. Il medico che indica la marca della medicina dovrà aggiungere la motivazione. La spending review sarà in aula al Senato lunedì 30 luglio per il placet dei senatori e poi tornerà all’esame della Camera. Si attende che sul provvedimento il governo apponga la fiducia.
Protestano medici e aziende
I medici di famiglia ritengono che la norma ingeneri «rischi» per la salute dei pazienti. Farmindustria, invece, denuncia un «vergognoso attacco» alle aziende del settore che «colpisce al cuore l’industria farmaceutica».
Milillo: è una pericolosa confusione
Indicare in ricetta solo il principio attivo del farmaco e non il farmaco, ha sottolineato il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg),
Giacomo Milillo, determinerà una «pericolosa confusione», con il risultato che il medico non avrà più controllo sul tipo di farmaco di cui alla fine il paziente farà uso. Alla fine, afferma, «non sarà più il medico a decidere quale farmaco il paziente dovrà prendere, bensì tale indicazione arriverà dal farmacista, che è già tenuto ad indicare tra i farmaci equivalenti con il principio attivo indicato quello di minor costo. Così, però – denuncia – si limita la libertà del medico di dare indicazioni precise, e si impone al medico di conoscere migliaia di diversi principi attivi. Il risultato sarà un aggravio per il medico stesso, ma anche una maggiore confusione, con rischi per i pazienti stessi».
Non ci sarà un risparmio per il Ssn
Per Milillo, inoltre, non ci sarà un risparmio per il Ssn, che comunque rimborsa solo il farmaco generico equivalente a costo minore (l’eventuale differenza, se un paziente sceglie un farmaco griffato, è a carico del paziente stesso). Insomma, commenta Milillo, «credo che dietro tale misura vi siano interessi economici e politici che sono sicuramente lontani dal puro interesse per la salute del cittadino». Ai medici, precisa, «non interessa difendere i farmaci griffati, ma è importante che il medico possa decidere quale farmaco prescrivere».
Farmindustria: si colpisce al cuore l’industria farmaceutica
«Nel cuore della notte é stato approvato dalla Commissione Bilancio del Senato un emendamento che introduce una drastica misura, senza precedenti, che esautora il medico dalla scelta del farmaco – con la sola prescrizione del principio attivo – e che colpisce al cuore l’industria farmaceutica in Italia», ha commentato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. Misura che «si é peraltro aggiunta a un pesante taglio della spesa territoriale previsto nella spending review che si rivelerà insostenibile».
Favorevole Garattini: si fa risparmiare il paziente
Favorevole all’emendamento si dice invece il farmacologo Silvio Garattini anche se lo definisce «un compromesso»: con la sola indicazione del principio attivo, rileva, «si fa anche risparmiare il paziente che oggi paga la differenza tra il costo del medicinale equivalente e quello di marca. Non è accettabile che il paziente debba pagare la differenza, a meno che non sia lui stesso a volerlo. Lo Stato dovrebbe far sapere al cittadino attraverso campagne che i medicinali equivalenti non sono differenti dai griffati. Se i medici ritengono che ciò non sia vero – afferma – sulla base di prove e studi, dovrebbero chiederne il ritiro dal mercato».
I farmaci nel 2011 sono costati 12.387 milioni l’anno
Secondo il rapporto dell’Osservatorio sull’impiego dei medicinali dell’Aifa sull’uso dei farmaci nel 2011 la spesa pubblica per farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è stata pari a 12.387 mln, con una riduzione del 4,6% rispetto al 2010. Spesa in calo, dunque, in tutte le regioni, anche se le maggiori riduzioni si registrano in Calabria (-13,1%) e Puglia (-8,8%). È invece la Sicilia a registrare il picco massimo di spesa pro-capite per farmaci (258 euro) e di consumi (1086 dosi giornaliere ogni mille abitanti). E la spesa farmaceutica, pur in calo, resta un nodo centrale anche nel decreto sulla Spending review e per ripianarla sono chiamate a contribuire, con uno sconto sui farmaci in favore del Ssn, anche le aziende farmaceutiche. Un ultimo emendamento votato la scorsa notte in commissione Bilancio ha tuttavia previsto una limatura degli sconti a carico delle aziende, che scendono dal 6,5% al 4,1 per cento.
ilsole24ore.com – 30 luglio 2012