La cautela è d’obbligo. Ma il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, non rinuncia a dire che nella legge di Bilancio potrebbe entrare il taglio dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. «Ci sono allo studio diversi provvedimenti e si discute cosa fare prima». Il titolare di Via XX Settembre indica le possibili mosse in vista della manovra. L’obiettivo è un «allargamento della platea dei vantaggi, di aliquote e di semplificazione. Sui redditi minimi probabilmente si alzerà la soglia di un po’ e si discute fino a quanto». Sulle tasse aggiunge: «Un primo accorpamento delle aliquote e una prima riduzione per i redditi familiari mi trova favorevole». L’intento del ministro, insomma, è «ridurre il numero delle aliquote Irpef e abbassarne alcune».
Le frasi, pronunciate alla Summer School di Confartigianato, includono un’avvertenza: «Bisogna trovare spazi per partire, compatibilmente con i vincoli di bilancio. L’operazione dovrà essere molto graduale». Gradualità che deve fare i conti con le indicazioni pronunciate dal vicepremier Matteo Salvini a Porta a Porta. «Quest’anno cosa faremo? L’inizio dello smontaggio della Fornero, l’avvio della flat tax, la pace fiscale e l’avvio del reddito di cittadinanza, purché non sia assistenza. Tutto rispettando i vincoli europei», spiega il leader della Lega. Sulle pensioni Salvini è chiaro e punta a un’età inferiore all’attuale per ritirarsi dal mondo del lavoro. «Quota 100 con 64 anni? No, è assolutamente troppo alto. Io ho chiesto al massimo 62». Cifre che Tria dovrà tenere a mente scongiurando fughe in avanti, salvo ribadire la sintonia con le promesse del contratto tra Lega e M5S.
Per Salvini resta cruciale la flat tax, l’aliquota unica al 15% su cui Tria conferma che per finanziarla è necessario il riordino delle esenzioni fiscali, «un processo complesso che richiede tempo». L’altro tema evidenziato da Salvini è la pace fiscale, che il vicepremier stima possa valere 20 miliardi. Tria si limita a dire: «Una pace fiscale ci sarà. Sarà tanto più motivata quanto più cambierà il sistema fiscale». Un annuncio che lo stesso ministro accompagna con una rassicurazione sui conti pubblici. «Nell’anno in corso la riduzione del debito sarà dello 0,1% (scenderebbe a quota 131,7%, ndr)», dice, aggiungendo che «è inutile cercare qualche miliardo in più sul deficit se poi ne perdiamo altrettanti o di più sul lato della spesa per interessi». Il riferimento è agli strappi dello spread all’indomani di alcuni annunci dei vicepremier Salvini e Di Maio. Ai quali Tria suggerisce la sua visione su opere strategiche come Tav e Tap. «Personalmente spero che si facciano». E sulla Cdp: «Non so se debba diventare una nuova Iri, ma non deve essere una nuova Gepi, con interventi in imprese più o meno decotte».
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