Tanto rumore per nulla, o quasi. I farmaci C con ricetta, quelli pagati di tasca propria dagli assistiti, restano sul bancone delle farmacie convenzionate col Servizio sanitario nazionale. Mentre le società di capitali, le grandi catene di farmacie che spopolano in Gran Bretagna ma non solo, potranno acquisire le farmacie private. Senza limiti.
Ma nell’esame di ieri delle commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera, alla voce “catene” (o società di capitali), sono state introdotte specifiche incompatibilità per la partecipazione a queste società: non potranno essere soci quanti svolgono attività nel settore della produzione di farmaci (le industrie), gli informatori del farmaco e i medici. Potranno invece partecipare alle società di capitali chi svolge attività di intermediazione: dovrebbero essere i distributori e le cooperative che detengono i depositi di farmaci, anche se secondo un’altra interpretazione si potrebbe trattare degli intermediatori finanziari.
È stato il capitolo “farmacie”, ieri, il vero e ultimo nodo da sciogliere nell’esame del Ddl del Governo sulla concorrenza. Un testo che a questa voce è stato oggetto per mesi, e ancora fino all’ultimo, di un vivace e teso confronto. Quello politico, inizialmente, tra le ministre Lorenzin e Guidi. E poi meno velatamente tra i farmacisti titolari da una parte, e dall’altra i titolari di parafarmacie (farmacisti anche loro) e la Gdo della grande distribuzione. Meno appariscente, ma sicuramente sostanziale, è stata invece l’azione svolta dalle big major delle catene di farmacie, forti delle premesse del Governo nel Ddl che vede nella loro presenza nel mercato delle farmacie , una leva per accelerare la concorrenza. Sul piano dei risultati del servizio agli italiani, questa sarà la sfida. Senza dimenticare peraltro che la crisi delle farmacie private, oltre forse ad abbassarne il valore di mercato, anche se non dappertutto, rappresenta un jolly per le società di capitali, ma anche in parte una valvola di sicurezza per i titolari di farmacia che intendono abdicare anche solo in parte alla proprietà. La decisione comunque è una vera e propria svolta nel settore della distribuzione finale dei farmaci, e gli attuali titolari di farmacia dovranno “digerirla” e assimilarla.
A restare a bocca asciutta sono parafarmacie e corner dei farmaci della Gdo. Niente farmaci C con obbligo di ricetta, per loro, dopo che con le liberalizzazioni di Bersani erano riuscite a conquistare i farmaci C senza obbligo di ricetta. Ma quelli pagati dagli italiani con obbligo di ricetta no: un boccone prelibato che vale almeno 3 mld l’anno.
Per il resto l’articolo (il 32, l’ultimo del Ddl) sulle farmacie, conferma il mini-impianto iniziale. Che prevede la cancellazione del limite di 4 farmacie in possesso delle di società di persone. Niente più limiti, insomma. Come per le catene che faranno shopping di farmacie convenzionate. E che, fatto non secondario, subentrando negli esercizi avrebbero gradito assai poco, anzi per nulla, di dover concedere alla concorrenza della Gdo e delle parafarmacie parte del mercato da 3 mld dei farmaci C con ricetta. Chissà se avverrà nel futuro, come chiede da sempre l’Antitrust. (Roberto Turno)
Farmacie spa, sconti Rc auto, notai: primo sì
Assicurazioni, professioni, energia, farmacie, telecomunicazioni, carburanti. Il disegno di legge annuale per la concorrenza taglia il suo primo traguardo – il via libera delle commissioni competenti della Camera – in una varietà di capitoli che rispecchia (almeno in parte) le segnalazioni dell’Antitrust. Il testo è atteso in Aula il 21 settembre e l’obiettivo è chiudere l’esame per il via libera definitivo del Senato entro l’anno.
Le pressioni delle lobby non sono mancate e in alcuni casi le norme appaiono meno incisive rispetto alle ambizioni iniziali. In alcune situazioni invece l’esame delle commissioni Attività produttive e Finanze (relatori Andrea Martella e Silvia Fregolent del Pd) ha preservato le intenzioni o le ha leggermente rafforzate. Il pacchetto di liberalizzazioni, che per il governo deve rappresentare una delle leve per attrarre nuovi investimenti esteri, è tra le riforme richieste dalla Commissione europea e proprio ieri il commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager, in audizione alla Camera, ha espresso «apprezzamento» per un provvedimento volto a ridurre le barriere regolamentari, soprattutto perché (almeno nelle intenzioni) dovrebbe trattarsi del primo Ddl di una serie da varare annualmente.
Assicurazioni e banche
Riassumendo il testo e le novità introdotte dalle commissioni, si può partire dall’Rc auto. Prevista una stretta anti frode contro i testimoni di “comodo”. Scatteranno sconti minimi obbligatori (a determinarli sarà un provvedimento dell’Ivass)?per gli automobilisti che accettano alcune condizioni, come l’installazione della scatola nera (senza costi). Saltate in commissione alcune misure su cui contavano le assicurazioni: le agevolazioni per i danneggiati che si rivolgono a riparatori convenzionati con le compagnie e il divieto di cessione (dal danneggiato al carrozziere) del credito relativo al risarcimento. Tra le modifiche di rilievo, quella che affida all’Ivass il compito di definire sconti minimi in favore di automobilisti che risiedono nelle regioni con le tariffe più elevate che non abbiano effettuato incidenti per almeno 5 anni, a condizione che abbiano installato la scatola nera. Per quanto riguarda i danni a persona non lievi restano i riferimenti attuali, con la possibilità per il giudice di concedere aumenti mirati e la risarcibilità del danno morale, ma occorrerà attendere le tabelle definitive da elaborare entro quattro mesi.
Per il settore bancario si punta essenzialmente alla trasparenza con un sito sulla confrontabilità dei prodotti più diffusi. Obbligo di rendere poi più chiari, fin dall’inizio, i collegamenti tra polizze assicurative e finanziamenti o mutui.
Professionisti
Modificato il pacchetto sui notai. Le commissioni hanno eliminato la norma in base alla quale anche gli avvocati avrebbero potuto autenticare gli atti di compravendita di locali commerciali, box e e cantine di valore catastale fino a 100mila euro. Si stabilisce inoltre che il registro delle successioni sarà tenuto dal consiglio nazionale del notariato e non più dai tribunali. Ma nel frattempo si interviene sul bacino di ogni posto notarile: spariscono i riferimenti al reddito minimo garantito e alla quantità degli affari e si prevede che la popolazione minima deve essere di 5mila abitanti (e non più 7mila). Via libera poi all’ingresso di soci di capitale (non prevalenti) nelle società tra avvocati. Spazio anche alle società interprofessionali con avvocati.
Energia, poste e tlc
La piena liberalizzazione dei prezzi energetici, con l’eliminazione dal 2018 del regime di “maggior tutela”, subisce un ridimensionamento rispetto alla versione iniziale del Ddl. Prima della svolta bisognerà aspettare il rapporto sul mercato retail che l’Authority dell’energia dovrà ultimare entro il 30 aprile 2017. Inoltre, è previsto il rispetto di una serie di disposizioni relative alla comparabilità delle offerte e alla verifica della deregulation; in caso contrario la fine della tutela slitterà di sei mesi rispetto al gennaio 2018.
Per i contratti tlc-tv le spese previste in caso di recesso o trasferimento dell’utenza vanno rese note già al momento della pubblicizzazione dell’offerta. Sarà possibile pagare con il credito telefonico anche i biglietti per concerti, musei, mostre e spettacoli (e non solo i mezzi di trasporto pubblici). Dal 10 giugno 2016 cadrà la riserva a favore di Poste italiane per la notifica di atti giudiziari e multe.
Farmacie e carburanti
Per le farmacie, saltata la liberalizzazione dei farmaci di fascia C con ricetta (si veda articolo accanto), la misura più rilevante – anche in chiave di possibili investitori stranieri – è il via libera a società di capitali. Cade anche il divieto di essere titolari di più di quattro farmacie.
Quanto ai carburanti e all’installazione di nuovi impianti di distribuzione, viene eliminato il vincolo della presenza obbligatoria del cosiddetto terzo carburante (gpl, metano o idrogeno). Obbligo di bonifica per gli impianti da dismettere solo al momento del riutilizzo dell’area. Curiosità dell’ultim’ora la norma sui “risciò” come mezzo di trasporto parificato alle “motocarrozzette”: non servirà l’abilitazione professionale a chi esercita il servizio in via esclusiva.
Carmine Fotina – Il Sole 24 Ore – 11 settembre 2015