Palazzo Madama approva il testo della riforma del lavoro. Fornero: “Soddisfatta”. Monti: “Legge di profonda struttura”. Camusso: “Non è questo quello che serve al lavoro”. Durante le dichiarazioni di voto, l’Idv mostra immagini contro il ministro del Welfare. L’aula del Senato ha approvato oggi in prima lettura, con 231 sì, 33 no e nove astenuti, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Adesso il provvedimento va alla Camera. Il testo, spacchettato in quattro emendamenti per evitare un unico e troppo corposo maxi emendamento, ha superato quattro voti di fiducia prima del voto finale. Primo giro di boa della riforma Fornero. Al voto ha partecipato anche Mario Monti, senatore a vita oltre che presidente del consiglio. Obiettivo dell’esecutivo è che la riforma entri in vigore entro l’estate. Ecco il testo della riforma.
Ecco le novità della riforma
APPRENDISTATO L’apprendistato diventa il canale d’ingresso dei giovani al lavoro. Il rapporto tra apprendisti e professionisti non può superare quello di 1 a 1 per le aziende con meno di 10 dipendenti. Nulla di fatto per gli apprendisti in staff leasing.
AMMORTIZZATORI Arriva la nuova Aspi dal 2013. Dal 2017 sostituirà l’indennità di mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Si consente poi, in via sperimentale, dal 2013 al 2015, di prendere tutta insieme l’indennità per avviare un lavoro autonomo.
CO.CO.PRO. Viene previsto una sorta di salario base per i collaboratori a progetto e in via sperimentale per tre anni l’una tantum (in caso di perdita del lavoro) viene rafforzata: potrà arrivare a 6mila euro per un collaboratore che abbia lavorato da sei mesi a un anno.
CONGEDI Viene rivisto il congedo di paternità nei primi 5 mesi di vita del figlio: sarà obbligatorio un giorno e facoltativo (e in accordo con la madre) per gli altri due. E i voucher per la baby sitter potranno pagare anche le rette dell’asilo.
CONTRATTI A TEMPO Si porta a un anno la possibilità per le aziende di non indicare la causale nel contratto. I contratti collettivi poi possono prevedere, in alternativa ai 12 mesi, una “franchigia” nei casi di specifici processi organizzativi nel limite del 6% degli occupati.
LICENZIAMENTI Si modifica l’articolo 18. Nei licenziamenti disciplinari il reintegro è possibile in base alla “tipizzazioni” dei contratti collettivi (e non più dalla legge). Una finta malattia poi non potrà più inficiare il recesso (salvo maternità e infortuni).
MUTUI PRIMA CASA Cambiano le regole per accedere alla sospensione delle rate di mutuo sulla prima casa. La sospensione non comporterà più l’applicazione di commissioni o spese di istruttoria e avverrà senza richiesta di garanzie aggiuntive.
PARTITE IVA Sono considerate “vere” le partite Iva con un reddito lordo annuo superiore ai 18mila euro. Per stanare quelle “fittizie” arrivano tre indici presuntivi: durata di 8 mesi della collaborazione, 80% del reddito totale e avere una postazione fissa.
PREMI PRODUTTIVITÁ Gli sgravi sul salario di produttività diventano strutturali dal 2012. La “cedolare secca” del 10%, introdotta in via sperimentale per il triennio 2008-2010,potrà contare su 650 milioni di euro.
VOUCHER Sì ai voucher in agricoltura per studenti, pensionati, casalinghe, ma per le imprese con un fatturato sotto i 7mila euro. Per tutte le altre imprese le casalinghe sono escluse. Previsto un valore orario, da aggiornare con i sindacati.
I commenti
Fornero: riforma nuova via per lo sviluppo . «La riforma del mercato del lavoro non è una bacchetta magica, ma serve a recuperare occupazione, produttività e reddito – aveva detto ieri il ministro del Welfare, Elsa Fornero, nell’Aula del Senato – E’ una nuova via per lo sviluppo, per il recupero della dignità e la riappropriazione di un futuro di crescita. Il Paese ha un grande bisogno di questa riforma, che dunque è stata fatta per riprendere un percorso di crescita e non perché lo chiedono i mercati finanziari».
«Articolo 18, compromesso equilibrato». «Sull’articolo 18 – ha detto Fornero – è stato trovato un compromesso equilibrato, in linea con gli standard europei. Anche in questo caso non è stata usata l’accetta».
Anche Mario Monti è visibilmente soddisfatto per l’approvazione: “È una riforma di profonda struttura che ha ricevuto il parere favorevole di organismi internazionali imparziali come Ue, Ocse, Fmi”. Alla domanda se l’iter parlamentare sarà blindato alla Camera, Monti risponde: “A noi interessa il buon esito della riforma”.
Dall’assembea di Bankitalia 2 a cui ha preso parte, anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ha detto la sua sulla votazione del Senato. “La riforma – ha detto – è esattamente ciò che non serve al lavoro. La mobilitazione della Cgil continua. Sullo sciopero, invece vedremo. Decideremo quando e come continuare”.
Secondo Danilo Barbi, sempre Cgil, il ddl lavoro “si prospetta come un corpo legislativo frutto di compromessi, un pasticcio inestricabile, un groviglio legislativo che non risolve alcuni problemi (anche se ci sono state novità positive) e peggiora la situazione in molti punti: non c’è una riduzione reale delle forme di precarietà e già questo rende inverosimile pensare all’apprendistato (su cui pure noi in teoria siamo d’accordo) come asse centrale dell’accesso al lavoro; ma anche sulle tutele dai licenziamenti illegittimi solo l’opposizione della Cgil ha permesso di non aprire la strada totalmente ai licenziamenti facili”.
Alle dichiarazioni di voto, il primo senatore a prendere la parola è stato l’Idv Felice Belisario. Con sé, in segno di protesta, porta una foto che ritrae il ministro Elsa Fornero dentro un cartello di divieto, con la scritta “esodati dai diritti”. Belisario ha rimarcato la contrarietà del suo partito al ddl e ha invitato il Pd ad “abbandonare una riforma sbagliata, inconcludente, ingiusta e iniqua e incostituzionale”. “La legge è una solenne fregatura”, ha detto Belisario. “E’ stata scritta fuori dal Parlamento, è eterodiretta. Le norme poi affondano la civiltà giuridica, sbriciolano il rispetto che si deve ai lavoratori, strappano il sistema delle tutele, con la manomissione dell’articolo 18. E non assicurano nuovi posti di lavoro”.
Favorevoli Pd e Pdl. “E’ stata raggiunta una sintesi razionale, laica e direi, se non fosse una sgrammaticatura, costituzionale e riformista della regolamentazione del mercato del lavoro e penso che questo sarà utile all’italia”, afferma il capogruppo dei democratici al Senato, Anna Finocchiaro. Mentre il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl, ricorda: “Non è la nostra legge, non è quella che avremmo voluto fare, ma l’abbiamo migliorata”.
Per il sì anche Pasquale Viespoli, capogruppo di Coesione nazionale. “È un passo significativo e importante – ha dichiarato – anche se il Governo ha compiuto una scorrettezza modificando quanto approvato in Commissione e tagliano per circa 300 milioni di euro il fondo per i giovani e le donne”. Il senatore ha comunque confermato il voto positivo del suo partito, nonostante per la riforma “resti ancora molto da fare”.
Favorevoli senza riserve Udc e Api-Fli, mentre il gruppo Misto promuove il ddl, nonostante auspichi aria di rinnovamento per il Governo. “Il paese – ha detto Giovanni Pristorio, portavoce del gruppo – ha bisogno di ricette innovative, scelte drastiche. Una vera unificazione nazionale passa da misure diverse per ogni territorio. La preoccupazione diventa cronica sulla capacità di questo esecutivo di affrontare la questione crescita e mezzogiorno”.
La Lega Nord, come previsto, ha espresso il suo no. “Siamo stati costretti a votare quattro fiducie – ha affermato il capogruppo Federico Bricolo – impedendo ogni discussione sul merito e modifiche migliorative ad una riforma che non risolve i problemi dei lavoratori e complica la vita alle imprese”. Insomma, la riforma Fornero, continua Bricolo, “non piace a nessuno, nè ai sindacati, nè agli imprenditori”. L’esponente del carroccio ha concluso con un appello: “Torniamo al voto ognuno con un proprio programma”.
31 maggio 2012