Il vertice di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi è servito a trovare l’intesa per provare a inviare il testo in Senato entro il fine settimana. All’incontro ha vinto la linea della concordia invocata dal premier Giuseppe Conte, che ha invitato le forze politiche a valorizzare gli aspetti positivi della legge di bilancio. Un cambio di passo dopo gli smottamenti (e le frizioni con Luigi Di Maio e con Matteo Renzi) legati alla sconfitta elettorale in Umbria. Non è un caso che siano state proprio fonti di Palazzo Chigi le prime a comunicare la « piena intesa politica per confermare tutte le misure di sostegno per la modernizzazione del Paese, per favorire la digitalizzazione e la svolta green, per sostenere le famiglie e il welfare, per rafforzare la crescita delle imprese, per sostenere gli investimenti e semplificare la fiscalità degli enti locali».
I tecnici del ministero dell’Economia sono al lavoro per recepire le indicazioni dei partiti e del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri (Pd), soddisfatto dell’esito del vertice e del clima positivo. Per coprire la stabilizzazione della cedolare sugli affitti si opta per il ripescaggio della “tassa sulla fortuna”: l’aumento progressivo dal 12 al 15% del prelievo sulle vincite superiori ai 500 euro. Non solo. L’obiettivo, caro ai Cinque Stelle e condiviso da Italia Viva, è anche quello di eliminare tutti i vincoli di accesso alla flat tax per le partite Iva fino a 65mila euro. Mancherebbero però all’appello 100 milioni: la caccia alle coperture è aperta, ma non si esclude che la soluzione si troverà con un emendamento in Parlamento. Sul tavolo c’è anche l’idea di aumentare la platea degli over 75 esentati dal canone Rai. Il Governo conta di inviare al Senato il testo della legge di bilancio entro domenica: oggi è prevista una riunione finale per dirimere gli ultimi nodi, domani o sabato mattina il bollino della Ragioneria generale dello Stato.
Nella manovra restano plastic tax e sugar tax: dirimente sarà il vaglio delle Camere, dove sulle tasse (e su quota 100) Renzi si prepara a dare battaglia. Debutterà nella legge di bilancio anche il pacchetto di norme sugli enti locali – esulta la viceministra M5S Laura Castelli – «con le misure relative alla riscossione, quelle sull’accorpamento di Imu-Tasi nella local tax e i 110 milioni di ristoro per l’Imu». Il 7 novembre è già fissato un nuovo round di confronto con i sindaci. Sulla famiglia ieri mattina c’è stato un incontro preparatorio tra la ministra renziana Elena Bonetti (Famiglia), quella pentastellata Nunzia Catalfo (Lavoro) e tutte le componenti della maggioranza. Il bonus bebè sarà di 1.920 euro per il genitore con Isee fino a 7mila euro all’anno e salirà a 1.440 euro sotto la soglia di 40mila euro e a 960 euro per chi ha un Isee superiore a 40mila euro. Il congedo per i papà aumenterà ancora, da 5 a 7 giorni. Il Fondo per la famiglia varrà 430 milioni nel primo anno ed è stata ribadita l’intenzione di mettere in campo l’assegno unico e universale. Il Fondo per la disabilità e la non autosufficienza conterà su 50 milioni nel 2020, 200 milioni nel 2021 e 300 nel 2022.
La sintonia nella maggioranza è necessaria anche per un confronto proficuo con Bruxelles. «Non stiamo considerando un rigetto del progetto di bilancio dell’Italia», ha fatto sapere ieri il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. «Ciononostante abbiamo delle preoccupazioni e per questo abbiamo inviato una lettera», ha spiegato. La risposta del Governo è ora sotto la lente dei servizi della Commissione, «ma l’analisi complessiva sarà basata anche sulle previsioni economiche» che saranno pubblicate il 7 novembre. Lo stesso giorno scadrà in commissione Finanze della Camera il termine per presentare gli emendamenti al decreto fiscale. Ieri sono stati nominati i relatori: la presidente della commissione Carla Ruocco (M5S) e Gian Mario Fragomeli (Pd). E là nel “quadripartito” del Conte II si potrebbe riaprire un altro match: quello sul carcere per i grandi evasori.