Casse sempre più indirizzate a sostenere, con gli investimenti, il sistema Paese. Secondo il primo rapporto sugli investimenti degli enti previdenziali privati (relativo alle attività 2014) curato dall’Adepp, l’associazione che riunisce le Casse, circa 44 miliardi tra attività finanziarie e patrimonio sono targati “Italia”. Questa dote risulta maggiore di quella “ufficiale”, già censita anche dalla Covip, che vigila sugli investimenti degli enti di previdenza privati. Nel complesso le attività patrimoniali delle Casse hanno sfiorato, nel 2014, i 72 miliardi, contro i 65,6 dell’anno precedente.
Secondo Covip gli impieghi domestici, tra titoli di Stato, altri titoli di debito, azioni e Oicr e immobili, ammontano a poco più di 32, miliardi di euro, pari al 45,8% del totale complessivo delle attività, mentre le attività “estere” si attestano a 25,6 miliardi di euro, corrispondenti al 35,5% del totale complessivo delle attività (si veda Il Sole 24 Ore del 10 febbraio).
Nell’ambito degli investimenti domestici, le due componenti largamente prevalenti sono rappresentate dagli investimenti immobiliari (complessivamente pari al 25,8% delle attività totali) e da quelle in titoli di Stato (14,5 % delle attività totali).
Tuttavia, fa rilevare il focus dell’Adepp, «se si considerano la liquidità, che ammonta a circa 6,6 miliardi di euro, pari al 9,2% delle attività, e le “altre attività” pari a 6,4 miliardi di euro (8,9% del totale) di cui 4,9 miliardi sono crediti di natura contributiva, si può affermare che il patrimonio detenuto in Italia sia pari a 44 miliardi di euro e quindi il 61,8% del totale».
Il quadro va letto alla luce della volontà condivisa all’interno dell’Adepp, presieduta da Alberto Oliveti, di investire sempre più in attività correlate a quelle sulle quali insistono le professioni di riferimento, in modo da creare benefici diretti alla platea degli iscritti, con un miglioramento del Pil di settore, e di riflesso sul piano generale.
«Servizi alla persona, servizi alla collettività, green economy, energia, nano-biotecnologie» costituiscono alcuni dei settori in cui gli enti privati pensano di investire in misura prioritaria.
L’Adepp si concentra poi sull’analisi delle tipologie di investimento, andando a dettagliare ciò che in sintesi era già stato delineato dal rapporto Covip. La componente in titoli di capitale è per il 21% investita in Italia (1,9 miliardi, contro 7 miliardi “esteri”). La ripartizione merceologica della quota nazionale vede prevalente il comparto delle utilities (35%), seguito dal settore finanziario (30%) e, quindi, dall’energia (16%). I titoli di debito corporate sono “targati” Italia per il 16,22 per cento. La ripartizione per settore merceologico mette in luce come ci sia una forte concentrazione degli investimenti nel settore finanziario.
Quanto agli immobili, che in gestione diretta e indiretta, valgono oltre 19 miliardi, la disaggregazione per tipologia e per destinazione fa emergere come in parte la riqualificazione degli asset sia avvenuta. Il 42,7% del patrimonio è costituita da uffici, il 13,3% ha natura commerciale, mentre il 30,3% ha carattere residenziale.
Archiviato il censimento del patrimonio 2014, gli enti dovranno consegnare alla Covip i prospetti 2015 entro il 29 aprile. Secondo la nota del 21 marzo, rispetto all’anno precedente, la Commissione vuole conoscere l’ammontare dei contributi effettivamente incassati; l’eventuale ammissione alla quotazione su un mercato regolamentato delle obbligazioni strutturate detenute; il gestore dei singoli Oicr non armonizzati detenuti; la ripartizione delle posizioni su strumenti finanziari derivati tra gestioni diretta e indiretta, tra componente con finalità di copertura e componente con finalità diverse ed esposizioni in valuta diverse dall’euro; acquisti e vendite di strumenti finanziarti derivati.
Maria Carla De Cesari – Il Sole 24 Ore – 26 marzo 2016