«II risultato sarà un mostro da 400 miliardi di euro di bilancio». È questo il commento molto diretto e schietto che Giuliano Cazzola, deputato del Pdl, rilascia al Riformista a proposito del provvedimento, contenuto nel decreto Monti, che prevede la soppressione dell’Inpdap, l’ente di previdenza dei dipendenti statali, e dell’Enpals, l’ente previdenziale dello spettacolo, e il loro inglobamento nell’Inps. «Il conto è presto fatto – continua Cazzola – perché I’Inps vale circa 250 miliardi, cento ne vale I’Inpdap e un’altra cinquantina verranno dall’Enpals». Conti fatti da una persona che conosce bene l’argomento di cui parla visto che per circa tredici anni consecutivi proprio Giuliano Cazzola è stato presidente del collegio dei sindaci prima dell’Inpdap e poi dell’Inps.
Ed è proprio alla luce di questa esperienza che esprime il suo giudizio sulla scelta del governo di riunificare i tre enti previdenziali mettendoli tutti sotto il cappello di quella che potremmo battezzare una Superinps. «Devo dire che la decisione non mi convince molto, anche se non mi sento di contrastarla, perché capisco perfettamente le ragioni che ne stanno alla base». E alla base, in tempi come questi, non ci possono che essere ragioni economiche, di risparmio e di razionalizzazione dei costi. «A parte il taglio di ruoli dirigenziali dei vari organi che gestiscono gli enti soppressi – fa notare Cazzola – ci sono altri evidenti ricadute a livello di organizzazione aziendale che assomigliano a quello che accade quando si fondono due grosse società private». Un risultato al quale tra l’altro si è giunti non certo in maniera del tutto improvvisa e inattesa. « In realtà – spiega Cazzola – sono anni che si parlava di far confluire I’Inpdap nell’Inps. Che io ricordi fu Bassanini, ai tempi in cui era ministro, uno dei primi a parlarne. Poi con il secondo governo Prodi, quello del 2008, se ne discusse praticamente, anche se la proposta cadde nel dimenticatoio. Il progetto di accorpamento è stato poi rilanciato anche sotto l’ultimo governo Berlusconi, con la maggioranza che fece propria una proposta del senatore Morando del Pd. Anche in questo caso però non se ne fece nulla». Più sorprendete invece l’inclusione nel processo di fusione con I’Inps dell’Enpals «che finora – dice Cazzola – era sempre sfuggito a qualsiasi discorso di questo tipo e che anzi aveva acquisito anche competenze nel campo del mercato del lavoro». In ogni caso comunque le ragioni di questi finora inconcludenti tentativi di riunificazione, annunciati o meno che fossero, sono decisamente facili da spiegare. «Stiamo parlando di sfilare potere a gruppi di gestione che provano in tutti i modi a difendersi – afferma Cazzola -. Come d’altronde già accaduto quando fu creato il polo unico della sicurezza con l’accorpamento, avvenuto nell’estate 2010, di una serie di altri enti all’Inail. Anche in quel caso ci furono grosse resistenze». Resistenze che evidentemente questa volta sono cadute di fronte all’emergenza finanziaria in cui versa il Paese. Senza contare poi che in pratica per gli assistiti potrebbero esserci ricadute positive. «Non c’è dubbio – aggiunge infatti Cazzola – che I’Inpdap ad esempio ha fatto sempre fatica a tirare avanti, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni. In questo senso invece I’Inps è un ente molto più collaudato, con un livello straordinario di informatizzazione, del quale tutti gli assistiti ora potrebbero beneficiare».
Il Riformista – 6 dicembre 2011