Ieri l’istituto ha deciso di inviare alle Casse di previdenza un nuovo testo di convenzione in cui si rimette a una commissione di esperti la determinazione dell’importo dei costi da dividere e lascia alle parti, in caso di mancata identificazione dell’importo nei tempi previsti, la possibilità di rivolgersi a un giudice. Questa soluzione, sottolinea Inps, permette da subito di sbloccare i pagamenti e di lasciare che le parti risolvano le difficoltà burocratiche in un secondo momento.
Una proposta che assomiglia molto a quella fatta venerdì scorso da Adepp. Che però, alla luce di novità emerse ieri, per Adepp non è più valida. Ieri le Casse, grazie all’iniziativa della Cassa dei commercialisti, hanno ottenuto il parere, negativo, che la Direzione generale delle politiche previdenziali del ministero del Lavoro ha dato sul quesito presentato da Inps in merito alla condivisione dei costi (nella scheda sotto).
Alla luce di questo documento le Casse chiedono all’Inps di controfirmare subito le convenzioni che loro hanno già inviato lunedì scorso, e sbloccare finalmente le pensioni.
In realtà la risposta fornita dal ministero all’Inps si compone dei pareri della Dg previdenza e dell’ufficio legislativo allegati a un testo firmato dal capo di gabinetto in cui si afferma che la divisione dei costi è una questione amministrativa dell’Inps e spetta all’Inps e alle Casse valutare l’opportunità di sottoscrivere la convenzione.
Mentre si discute l’aspetto politico l’Inps sta portando avanti la piattaforma informatica per il cumulo – presentata martedì alla commissione tecnica delle Casse – che per ora è pronta per gestire la pensione anticipata e quella di vecchiaia (restano per ora fuori invalidità, inabilità, indirette e l’eventuale provvista).
Intanto le rappresentanze sindacali delle professioni chiedono di uscire da questo stallo. Per il presidente dell’Adc Flavio Bertozzi il peso della polemica non deve ricadere sui liberi professionisti e invita i ministeri di Economia e Lavoro ad approvare la delibera di Cnpadc sul cumulo, passaggio necessario per consentire ai commercialisti di completare l’istruttoria. Parla di situazione «assurda» Michele Saccomanno, presidente del sindacato degli ortopedici Nuova Ascoti preoccupato per questi professionisti senza più reddito e ancora senza una pensione.
IL PARERE
L’opinione della Direzione politiche previdenziali diffusa dall’Adepp: «a parere dello scrivente non è possibile accondiscendere al sistema di compartecipazione agli oneri definiti con la convenzione trasmessa da Inps e secondo le modalità ivi proposte, mentre appare ragionevole l’eventuale limitata partecipazione ai costi che sono stati, ad esempio, già individuati nel citato articolo 14 della convenzione deliberata dall’Inps nel 2007 ai fini della erogazione del trattamento pensionistico in totalizzazione».
Il Sole 24 Ore – 23 marzo 2018