L’Italia incrementa il pressing sugli altri Paesi europei per riuscire a portare a Milano la sede dell’Ema, l’Agenzia del farmaco che lascerà Londra dopo la Brexit. La candidatura di Milano, secondo ambienti vicini all’Unione Europea, appare sempre più forte per alcuni fattori pratici strategici: sede già pronta, disponibilità a ospitare i figli dei funzionari nelle scuole internazionali (ci sono circa 600 ragazzi che dovranno proseguire qui gli studi) e ampia capacità ricettiva per gli eventi che l’autorità organizza ogni anno.
La diplomazia a lavoro
L’incognita tuttavia è sempre data dallo stesso tema già noto: ci sarà un voto segreto, il 20 novembre, da parte del Consiglio europeo Affari generali, dove le relazioni istituzionali, gli scambi fra paesi, i rapporti fra politici potrebbero giocare un ruolo fondamentale, ancora più di quanto non lo giochi il dossier di candidatura. Il negoziato sull’Agenzia del farmaco potrebbe dunque spostarsi su altri temi.
Dalle trattative con Germania e con i paesi Baltici potrebbe arrivare qualche certezza in più per l’Italia. Ieri la ministra alla Salute Beatrice Lorenzin, a Milano per presentare il G7 della Salute che inizia oggi e proseguirà domani, ha trattato la questione: «Stiamo facendo una grande pubblicità di questa città ma stiamo facendo soprattutto trattative a tutto spiano con gli altri Paesi per convincerli che Milano è la sede adatta per l’Ema».
Poi ha spiegato il lavoro di “lobby” che verrà fatto anche nelle sale del G7, a cui parteciperanno non solo Paesi Ue ma anche Stati Uniti d’America, Giappone, Canada.
C’è l’incognita della Germania, come sottolinea la stessa ministra: «Anche il vertice dei 7 grandi sarà un’occasione per parlare con Francia e Germania, ma non dico – ha detto il ministro – i termini, altrimenti sarei una pessima giocatrice. È evidente che la Germania ha una sua candidatura ma noi stiamo cercando di convincerla. Milano ha tutte le carte per ospitare Ema e lo ha dimostrato».
Infine la considerazione politica: «Gli altri competitor sono forti ma l’Italia la sta giocando tutta questa partita politica e stiamo facendo sistema, cosa a cui gli italiani non sono abituati, invece è una chiave di successo. Tutto il sistema Italia è ingaggiato e si sta muovendo nelle sue varie parti. In questo mese abbiamo avuto contatti con tutti i Paesi, sia quelli non candidati sia con quelli candidati per Eba e per Ema. Stiamo lavorando sulla parte prettamente politica e negoziale perché per la parte tecnica Milano ha centrato tutti i requisiti richiesti».
Per il governo italiano c’è anche la necessità di rivolgersi ai paesi Baltici, che potrebbero essere fondamentali per avere il voto già al primo turno. Nei prossimi giorni ci saranno quindi una serie di incontri in Lituana e Lettonia, nei confronti delle quali il mondo delle imprese si sta organizzando a sua volta con meeting bilaterali di settore.
Alla presentazione del G7 ha parlato anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, impegnato in prima linea nella candidatura per l’Ema. «Non perderò occasione in questi giorni per sottolineare la nostra grande volontà rispetto a Ema. Penso – ha aggiunto – che non ci siano azioni risolutive o decisive ma c’è un lavoro continuo che va fatto e anche questo del G7 – ha concluso – è un momento per mostrare come Milano reagisce bene».
Il G7 Salute di Milano
Milano è intanto pronta a ospitare il G7 Salute: oggi e domani al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci si riuniranno i ministri del settore di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. In programma oggi la discussione in plenaria sui cambiamenti climatici; domani si parlerà invece di salute delle donne e degli adolescenti. Per Milano sarà un’occasione-vetrina per la candidatura all’Ema.
Sarà massiccia la presenza delle forze dell’ordine che gestiranno mobilità e sicurezza nei luoghi toccati dalla manifestazione (previsti 600 agenti).
Il Sole 24 Ore – 5 novembre 2017