Il Corriere della Sera. Pressing di Figliuolo sugli insegnanti: oltre 200 mila ancora non vaccinati. Una lettera attesa nei prossimi giorni. Una nuova priorità da assegnare alla campagna vaccinale. La struttura commissariale, guidata da Francesco Figliuolo, è al lavoro per sollecitare le Regioni sulle vaccinazioni al personale scolastico. «Ce ne sono almeno 8-9 in ritardo, occorre accelerare», ha detto ieri il generale durante la sua visita all’hub di Acea ad Ostiense, riconosciuto come best practice anche per la capacità vaccinale dimostrata per i non dipendenti. Sulle riaperture in sicurezza delle scuole, prevista per settembre, «mancano all’appello ancora 215 mila insegnanti». L’obiettivo è «coprirne almeno 180-190 mila», dice Figliuolo, e il tempo non è che sia tanto. Considerando che si tratta di una platea in cui ha un peso non irrilevante la diffidenza verso i preparati.
Nessuno dimentica che a febbraio e marzo la categoria aveva una corsia preferenziale nelle somministrazioni eppure non c’è stato il traino atteso. La volontà è di archiviare, ove possibile, la didattica a distanza mettendo però in sicurezza anche gli studenti della fascia tra i 12 e i 18 anni, al momento l’unica sdoganata dall’Ema, col vaccino Pfizer. In diverse Regioni è già stata assegnata una priorità anche con open day dedicati. Sul personale scolastico però il trend di copertura non soddisfa al momento il governo. In Liguria ad esempio siamo lontani dagli obiettivi: solo il 37% degli insegnanti residenti ha completato il ciclo vaccinale. Ritardi analoghi in Sicilia (coperto meno di un insegnante su due), Calabria (56,3%), Sardegna (62,8%), e le province autonome di Trento (56,5%) e Bolzano (50,3%), Umbria (66,7%). Nelle ultime due settimane, osservando il rapporto del commissario, solo 20 mila insegnanti hanno aderito alla campagna. Un numero irrilevante.
Rallentamento
La categoria è stata vaccinata con Astra-Zeneca: il richiamo è stato complicato
Le proiezioni di copertura del personale scolastico, con questo tasso di partecipazione, rischiano di sforare ben al di là di settembre quando si spera di non dover costringere i ragazzi a seguire le lezioni alternandosi tra casa e scuola. Così ci sono alcune Regioni, in testa il Veneto, che hanno costruito una delibera «aperta» per spostare la data di inizio delle attività in modo da consentire il completamento della campagna vaccinale. Che ha avuto un innegabile rallentamento dettato dall’utilizzo esclusivo di AstraZeneca nella prima fase di immunizzazione. Il vaccino anglo-svedese era indicato per questa categoria. I dati di farmaco-vigilanza sono cambiati nel prosieguo del piano e ora sono ammessi solo Pfizer e Moderna per gli under 60, oltre l’85% del personale scolastico in servizio. Così quelli che hanno aderito nella prima fase, come è capitato per il personale militare e delle forze dell’ordine, si sono trovati in queste settimane a dover effettuare il richiamo con un vaccino a Rna messaggero. La combinazione farmacologica ha creato più di qualche malumore ed è innegabile che anche tra quelli che ora devono aderire alla campagna persiste una latente diffidenza che però rischia di costringere gli istituti a forti restrizioni nei primi mesi del nuovo anno scolastico visto l’impatto epidemiologico del comparto scolastico. «Chiederemo una precisazione al Cts che ha dato un parere sul ritorno a scuola senza considerare le vaccinazioni: dato che stanno andando avanti chiederemo che formuli anche questa ipotesi». anticipa il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi..