Ieri erano una quindicina, con i loro cani, a faccia scoperta. Ma una settimana fa, la notte di venerdì 18 novembre, chi s’era preso la briga di imbrattargli l’edicola con vernice rosso sangue e aveva lasciato un cartello firmato dagli «animalisti», lo aveva fatto in maniera più minacciosa. Per questo il 44 enne RC., aveva chiesto aiuto alla polizia e poi, temendo per la sua sicurezza, ha deciso di chiudere bottega. Da quattro giorni la serranda del chiosco dei giornali di via Solari 19 è sbarrata. Colpa del tam-tam scatenato sul web da un servizio di Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la notizia, andato in onda il 10 novembre.
Un continuo rimbalzo da un social network all’altro, che come ultimo atto ha dato vita a un presidio, ieri pomeriggio davanti all’edicola chiusa. Presidio assolutamente pacifico, ma che giunge dopo due settimane di tensione.
La vicenda è questa: qualche tempo fa Edo, un bassotto a pelo ruvido, è con il suo padrone in via Solari. Passeggiano accanto all’edicola e zac, il cane urina contro alcuni giochi esposti. «Una goccia», ripete il padrone. Ma l’edicolante non la prende per niente bene, esce dal chiosco e urlando colpisce il bassotto con tre calci. Il più violento fa letteralmente volare il cane in aria, resterà tra la vita e la morte per alcune settimane. Il caso finisce a Striscia e l’inviato Stoppa si presenta in via Solari ironicamente travestito da cane. Ma ancora una volta l’edicolante non sente ragioni e aggredisce (a parole) anche la troupe di Mediaset: «Io li ammazzo tutti i cani», la frase ripetuta con rabbia. Dalla tivù il video rimbalza su Internet, e gli animalisti (e non solo) si scatenano: «Boicottiamolo», «Rendiamo la vita impossibile all’edicolante fascista che odia i cani», il commento sul sito «antagonista» Indymedia.
Tra edicolante e padroni del cane si passa alle carte bollate, ma il clima non si stempera «Abbiamo paura — raccontano i familiari dell’edicolante —, non odiamo gli animali, abbiamo sempre avuto cani. C’è stata una reazione esagerata, ma eravamo esasperati dalla maleducazione dei padroni dei cani. Ce ne scusiamo». «Non cerco vendette, non ho niente a che fare con queste iniziative», ripete invece il proprietario del cane. Di certo, intanto, c’è che nell’era della comunicazione di massa la vicenda è diventata un caso globale.
Corriere della Sera Milano di domenica 27 novembre 2011