Lo stop delle Regioni al decreto sul sistema di premialità e sanzioni nell’ambito della riforma federalista andrà avanti anche dopo il No delle Regioni. Parola di Luca Antonini, il presidente della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale che abbiamo intervistato a margine del convegno il Federalismo è la cura per la sanità italiana, organizzato dall’Aiop a Torino.
Sono due le coordinate della riforma federalista: responsabilizzazione degli amministratori che, con il superamento della spesa storica, saranno chiamati a far quadrare i bilanci rispondendo in prima persona alle inadempienze; trasparenza attraverso l’introduzione dei costi standard. Questi gli asset della grande riforma federalista secondo il professor Luca Antonini, presidente della Copaff, la Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, che abbiamo incontrato a margine del convegno il Federalismo è la cura per la sanità italiana organizzato dall’Aiop a Torino.
Dottor Antonini, la riforma federalista sarà veramente la panacea di tutti i mali del sistema?
È sicuramente una grande opportunità per il Paese. Il federalismo fiscale porta a un rafforzamento del principio del “chi rompe paga” anche perchè toglie l’aspettativa del ripiano statale. È chiaro che questa è una responsabilizzazione molto forte. I problemi dovranno essere affrontati direttamente e non più rinviati in modo clientelare e demagogico senza assumersene la responsabilità. Ogni presidente di Regione, per far quadrare i bilanci, potrà al limite aumentare l’addizionale Irpef fino ad un massimo del 3%. ma la vera svolta è l’operazione di trasparenza che verrà attuata con i costi standard, i quali renderanno evidenti gli sprechi. A questo punto l’elettore diventa un giudice severo di chi non affronta i nodi all’interno della Regione.
Ma il leit motive del “chi rompe paga” risuona già da tempo …
Certamente questo meccanismo già esiste, tant’è che ad esempio nel Lazio l’addizionale Irpef è arrivata a 1,78. Ma ora questo principio verrà rafforzato. Chi per due anni non rispetta il Piano di rientro in modo immotivato o che, come ho già detto, contemporaneamente aumenta l’addizionale Irpef al 3%, viene rimosso e segnalato al Presidente della Repubblica. Questo comporterà nuove elezioni, oltre che la ineleggibilità dei presidenti che sono incorsi in gravi dissesti finanziari.
State lavorano sul decreto sui meccanismi premiali e sanzionatori, quali novità porterà per la sanità?
Il provvedimento contiene una norma che introduce i cosiddetti prezzi di riferimento per l’acquisto dei beni sanitari prevedendo, per chi si discosta dalla media nazionale o regionale l’immediata, segnalazione alla Corte dei Conti. Mentre ci sarà un premio economico per tutte le Regioni che si attiveranno in questa direzione.
A che punto è il provvedimento?
Il decreto attualmente è all’esame della Commissione bicamerale e dovrebbe essere licenziato entro luglio. C’è stata una reazione molto forte da parte delle Regioni che hanno dato parere negativo al provvedimento. Reazione secondo me ingiustificata, perché i profili di costituzionalità sono solidissimi. Anzi la Costituzione impone soluzioni di questo tipo in quanto è ispirata al principio del buon andamento e della solidarietà e non a quello dello spreco.
Quindi andrete avanti anche senza l’intesa con le Regioni?
Sì, il procedimento è stato motivato in Parlamento e si andrà avanti anche con il dissenso delle Regioni.
Cambiamo argomento. Lei ha sostenuto che la definizione dei costi standard cambierà le regole in sede di riparto del fondo sanitario nazionale in quanto cancellerà il cosiddetto meccanismo del “lapis” che, grazie a correttivi “politici” alle proposte governative, premiava le Regioni più forti. È così?
I costi standard cancellano il lapis, ma danno evidenza allo spreco nelle Regioni dove il disavanzo non è giustificato in termini di fabbisogno, ma solo in termini di spreco. Ne vale la pena anche perché il lapis vale poche centinaia di milioni di euro, i disavanzi sono alcuni miliardi di euro.
Lei si è più volte espresso in favore di una reale applicazione del sistema dei Drg in quanto il piè di lista per il rimborso dei sistemi sanitari erogati ha avuto effetti negativi?
Sì, questa può essere una prospettiva di riforma importante in quanto crea un meccanismo di razionalizzazione della spesa. Ed è coerente con quanto fa il federalismo fiscale. Il fatto che altri ordinamenti come quello francese e tedesco stiano viaggiando in questa direzione dimostra anche che questo è l’orientamento che si sta affermando a livello europeo.
Quotidianosanita.it – 27 maggio 2011