Gentile Direttore, il 22 marzo si è svolta l’audizione, davanti alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, di alcuni lavoratori precari tarantini alla presenza della Commissione europea e del Governo italiano, in ordine alle ripetute violazioni del diritto comunitario compiute dallo Stato italiano in materia di contratti a termine nelle pubbliche amministrazioni.
Al termine dell’audizione, la presidente della Commissione, la svedese Cecilia Wikstrom, ha usato parole molto forti nei confronti dello Stato italiano, affermando che la situazione italiana dei precari pubblici non è “degna di un paese dell’Unione europea.”
La presidente, in particolare, ha severamente contestato al rappresentante del governo italiano di aver fatto un intervento estremamente superficiale ed approssimativo, ed alla rappresentante della Commissione europea di non aver fornito alcuna informazione in merito alla procedura di infrazione aperta nei confronti dello Stato italiano, limitandosi a delle vuote affermazioni.
Durissima è stata la mia replica dopo aver ascoltato il breve e criptico intervento del rappresentate del Governo italiano, che con molta convinzione ha affermato che tra le misure da adottare per risolvere il precariato, vi è quella dell’inasprimento delle sanzioni per i dirigenti.
E’ stato per me inaccettabile, ma soprattutto avvilente, ascoltare queste parole in quella assise, soprattutto davanti alle istituzioni comunitarie.
Per il Governo italiano inasprire le sanzioni per i dirigenti che, per colpa del blocco del turn-over sono costretti a far ricorsi ai contratti a tempo determinato, è la misura effettiva, proporzionata, equivalente ed energica richiesta dalla giurisprudenza comunitaria per prevenire e sanzionare debitamente l’utilizzo abusivo dei contratti a termine nella PA. Una vera assurdità e castroneria giuridica già delibata dalla Corte di giustizia.
Il 22 marzo abbiamo ottenuto un grandissimo risultato: è stata approvata l’adunanza plenaria monotematica sul precariato pubblico italiano da svolgersi nel prossimo autunno.
É in fase di definizione, inoltre, una proposta di risoluzione del problema del precariato pubblico da discutere al Parlamento europeo: la proposta di risoluzione é un atto che viene approvato dai gruppi parlamentari, portato in discussione e poi al voto del Parlamento Europeo. È stato deciso, infine, che tutte le petizioni proposte rimarranno aperte fino alla definizione del problema.
In tale sede, hanno fortemente sostenuto le richieste dei precari la europarlamentare italiana Eleonora Evi e quella greca Kostadinka Kuneva del gruppo GUE, anche in rappresentanza della europarlamentare Eleonora Fiorenza, assente per concomitanti impegni istituzionali.
La delegazione italiana presente all’audizione, composta da me e dagli Avv.ti Vincenzo De Michele del Foro di Foggia, Sergio Galleano del Foro di Milano, Fernando Caracuta e Luca Bosco del foro di Lecce, non può che esprimere grande soddisfazione per l’importante risultato ottenuto e confidando nel sostegno decisivo del Parlamento Europeo in questa battaglia di giustizia ed equitá.
Con l’auspicio, comunque, che tutte le forze politiche italiane si impegnino al massimo per risolvere definitivamente tale annosa questione.
Pierpaolo Volpe
Master in infermieristica forense
fonte Quotidiano sanità – 24 marzo 2017